Un po’ di trucchi per fare soldi investendo i propri risparmi
È ancora possibile guadagnare investendo i propri risparmi? E se si, quali rischi si corrono? Negli ultimi anni scandali bancari e cambiamento del mercato hanno generato molte domande nei risparmiatori, che spesso non sanno come far fruttare il loro denaro. La sensazione diffusa spesso è che investire sia come fare un gioco d’azzardo. Per cercare di dare una risposta a queste domande ho intervistato un vero esperto del settore. Il dott. Marco Mattei, un consulente finanziario molto esperto.
Com’è la situazione del risparmio oggi? Intendo, ci sono prodotti finanziari adeguati?
La situazione del risparmio ad oggi in Italia è molto contrastante. I risparmi sono consistenti, circa 4.200 miliardi. Si suol dire che il convento è povero ma i frati sono ricchi. Questo si traduce in un dato sconvolgente. Ovvero più di un terzo di questa ricchezza è lasciata a fare le ragnatele sul conto corrente. Un conto corrente che ad oggi in molte realtà ha un costo, non da alcun interesse e non protegge quindi dal potere erosivo dell’inflazione.
Questo accade proprio perché la maggior parte di questa ricchezza è in mano a persone over 60. Queste sono abituate ad investire in un modo completamente diverso da quello attuale. Possiamo dire che hanno un libretto delle istruzioni non aggiornato per un elettrodomestico di nuova generazione. Non ritrovando quindi i “cardini” del tipico investimento (BOT al 10% ecc), lasciano sul conto. Di prodotti finanziari ce ne sono a milioni, tuttavia, ritornando al discorso del cambiamento avvenuto nel mondo degli investimenti, questi devono essere visti solo come mezzi per raggiungere un obiettivo ben preciso. Esistono quindi strumenti e soluzioni adeguate solo in senso relativo, ovvero utili al soddisfacimento di una determinata esigenza. Il “buono per tutti” ormai è defunto!
Che consapevolezza ha il risparmiatore dopo le batoste della Banca Popolare di Vicenza e della Veneto banca? Con che criterio sceglie i propri investimenti?
Nessuna consapevolezza. Chi ha preso batoste da queste Banche si è scottato. Ormai da per scontato che si scotterà con qualsiasi Banca e qualsiasi investimento. E quindi al massimo si rifugia nel BTP che rende meno dell’inflazione. Questo per un motivo ben specifico. Comprare azioni e obbligazioni di quelle due banche, non vuol dire investire, ma appunto, come ho detto, comprare. Fine.
Investire è un percorso, lo paragono a un viaggio in aereo dove possono esserci delle turbolenze, ma alla fine si atterrerà sempre a destinazione. Senza atterraggi di emergenza o incidenti. Le persone scelgono gli investimenti da fare principalmente con un criterio. Il rendimento. Quando mi rende? Classica domanda. Tuttavia non considerano che il rendimento va a braccetto con il rischio. Ma visto il livello di cultura finanziaria in Italia, tra i più bassi al mondo, non mi stupisce che sia così.
Chi ha avuto a che fare invece con queste banche, amplifica la propria percezione di rischio, “alza le antenne”. Piuttosto che scegliere, non sceglie, perché oltre a non fidarsi del sistema “banca”, tende anche a non fidarsi della persona, nonostante non abbia alcuna colpa. Eppure poter “riabilitare” queste persone è un aspetto stupendo del mio lavoro.
Saresti favorevole ad una figura professionale di consulenza del risparmio più indipendente rispetto alle società mandante? Società che possono in un certo senso spingere all’acquisto di un certo prodotto piuttosto che un altro.
Stiamo parlando del futuro. Negli Stati Uniti e in Inghilterra la figura del consulente indipendente è già una realtà diffusa da tempo. Tuttavia qui entra in gioco una grande distinzione. Il dipendente di banca, il consulente finanziario con mandato (e partita IVA) e il consulente finanziario indipendente. Da chi sono pagati questi soggetti? Il primo, dalla banca, quindi spesso, farà gli interessi della banca. Il secondo dal cliente, tramite la banca, quindi tenderà a fare l’interesse del cliente. L’ultimo, solo dal cliente, quindi lavorerà al 100% per lui. Allora parliamo di altri fattori. Il tipo di mandante e il metodo di lavoro del singolo consulente con mandato.
La mandante (banca o SIM) e il metodo di lavoro del consulente infatti possono portare proprio all’indipendenza del consulente stesso. Questo gli permette di scegliere soluzioni presenti sul mercato e non entrare quindi in conflitto d’interesse. Io personalmente lavoro così. Pur essendo un consulente con mandato non ho alcun budget di prodotto, ricercando sul mercato le soluzioni migliori, grazie alla cosiddetta architettura aperta.
La banca ha ancora peso nell’inconscio del risparmiatore? È ancora vista come un posto sicuro o dove mettere i propri risparmi?
Dipende. Ogni risparmiatore è diverso. Una volta si pensava che le banche non potessero fallire. Di fatto con la LCA è ancora così. Poi è intervenuto il Bail-in, ovvero, in caso di crac della banca, vengono rimborsati i depositi solo fino a 100.000€. Tutto questo ha comunque portato ad uno sguardo più critico verso la Banca. Anche perché spesso non si sa in che modo giudicare la sicurezza e la solidità della banca. Ne è un esempio la ricerca del tasso migliore che molto spesso prevarica la ricerca della sicurezza. Come nel caso dei conti deposito, dove si cerca la banca che da il miglior rendimento, senza minimamente informarsi se quella banca sia sicura o meno!
Tassi bassi, rendimenti bassi. Il risparmiatore ha capito che di fronte ad elevati tassi c’è il rischio di perdere il capitale o è ancora attratto da elevati guadagni ?
Diciamo che è un mix tra le due cose. Mi ricollego alla prima domanda, parlando di “nuove istruzioni per l’uso”. Molti credono ancora che siano possibili alti rendimenti o comunque rendimenti accettabili, a rischio zero. Questo, ad oggi, è davvero impossibile. I mercati premiano solo chi si assume del rischio, sia questo contenuto o elevato. Molti millantano alti rendimenti e rischi contenuti. Consiglio vivamente di starne alla larga, perché prima o poi, come al ristorante, il mercato chiede il conto, ed è molto salato.
Il capitale non si perde se si investe. Il capitale si perde se si scommette. Se si investe, con l’aiuto di un professionista e un percorso fatto su misura, il capitale può oscillare, sicuramente. Perdere il capitale è una cosa ben diversa. Qui mi ricollego a chi millanta rendimenti stellari. Ad oggi i rendimenti elevati sono possibili, certamente. Bisogna solo inserire nel portafoglio una azione sola, gratuita, che tutti possediamo in misura diversa. Il tempo.
La pazienza e la pianificazione sono gli unici fattori in grado di premiare nel medio lungo termine. Inoltre, il mio compito è anche quello di far cambiare prospettiva al risparmiatore quando si parla di rendimento. Cioè vederlo come un risultato di un percorso piuttosto che come un obiettivo da perseguire. Altrimenti ci si fa molto male, in questo periodo soprattutto.
Come vedi nel prossimo futuro le scelte del dei risparmiatori ? Ci sono prodotti che vengono presi direttamente dal cellulare. Sarà così anche per il risparmio del futuro? Avremo ancora bisogno di una figura di consulenza, di un bancario ?
Io mi auguro che nei prossimi anni le scelte dei risparmiatori diventino più consapevoli. Che loro stessi subiscano una trasformazione. Da risparmiatori a pianificatori delle loro risorse. Questa domanda si ricollega direttamente al tema della RoboAdvisoring. Ovvero la consulenza fatta anziché da una persona, da un algoritmo, un computer.
Questo è un business attuale e diffuso ed è giusto che esista per quei soggetti che vogliono solo rischiare e quindi ottenere alti rendimenti, chi cerca il brivido. Chi cerca serenità invece si rivolge ancora a un consulente. Perché? Perché al computer manca un elemento fondamentale. Gestire l’emotività del cliente e aiutarlo a capire quali sono i suoi obiettivi e le sue necessità.
Un consulente infatti, al contrario di un computer, è in grado di capire anche necessità di protezione e trasmissione del patrimonio, non solo investimenti e portafogli. Il contatto umano, così come in medicina, dev’essere sempre presente e la tecnologia deve aiutare questo rapporto umano ad essere ancora più stretto. Perciò a mio avviso la RoboAdvisory sarà sicuramente un elemento presente nel futuro. Ma tuttavia correrà su un binario parallelo rispetto al fattore umano, in quanto soddisfa bisogni diversi.