Una commissione consiliare a Quarto d’Altino
le Consigliere Comunali di Quarto D’Altino Caterina Pagnin e Cristina Baldoni, rispettivamente rappresentanti della liste «Insieme è Possibile» e «Impegno Altinate» hanno presentato una mozione per l’istituzione di una Commissione Consiliare permanente, aperta ai cittadini, che abbia lo scopo di monitorare e di lavorare alla prevenzione e alla gestione delle emergenze ambientali e climatiche, le conseguenze e le cause, sul territorio altinate.
Date le dichiarazioni di emergenza idrica pronunciate dagli enti nazionali e locali, riteniamo sia opportuno monitorare tutto il sistema idrico e ambientale del territorio, anche sotto un aspetto politico e sociale, oltre a quello tecnico per cui sono preposti specifici organismi. Perciò, proponiamo di portare in Consiglio Comunale il dibattito sulla opportunità di istituire una Commissione Consiliare, formata da 5 consiglieri della maggioranza e 4 dell’opposizione il cui presidente è eletto nella prima seduta della Commissione, che possa riunirsi autonomamente e abbia la facoltà di audire qualsiasi esponente istituzionale o persona qualificata in ambito specifico, affinché possano di volta in volta essere individuate le cause e le possibili contromisure la cui adozione deve essere sottoposta alla valutazione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria, che, eventualmente, darà mandato al Sindaco per l’attuazione.
Il rischio idrico
Una sede opportuna in cui affrontare anche i temi relativi ai problemi ambientali del territorio come l’attuale moria di pesci nel canale Vela, lo sfalcio dei canneti in piena nidificazione, la cementificazione, la tutela della fauna acquatica e delle altre specie sul territorio, la manutenzione dei canali per la mitigazione del rischio idrico e la promozione alla educazione ambientale e sull’uso delle sue risorse naturali legate alla Laguna e al Sile.
Detta iniziativa è da considerare straordinaria in quanto la situazione emergenziale relativa ai cambiamenti climatici sta mettendo in evidenza la necessità di adottare misure contingenti, da adeguare agli stili di vita dei cittadini, senza imporre divieti assoluti, ma cercare di sopperire alle emergenze in modo concreto e, soprattutto, omogeneo, per arrivare all’appuntamento del 2030 con i parametri stabilizzati in ordine al programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193
Paesi membri dell’ONU. Una iniziativa, dunque, che metterebbe in luce la reale volontà, a prescindere dalle posizioni ideologiche, di affrontare le questioni ambientali e climatiche, e le dirette conseguenze che si stanno riversando concretamente nelle imminenti emergenze energetiche e idriche.