Un legame del cuore è diventato un legame di sangue
Un’amicizia potente, profonda e bellissima, tanto da meritare un premio, per quella bontà viscerale, vera, vivificante, scevra da slogan, silente e sapiente, quintessenza del volere il bene dell’altro. Lara e Letizia, 48 anni, nate a distanza di tre giorni l’una dall’altra, entrambe residenti a Monselice, sono amiche da sempre. Lara, malata dal 1999 di insufficienza renale e dal 2010 in attesa di trapianto, un mese fa ha festeggiato alla grande un primo fondamentale compleanno; insieme a Letizia ha celebrato la data della svolta. Era il 7 aprile 2017 quando l’amica di una vita le ha donato un rene, poi trapiantatole dall’equipe del professor Paolo Rigotti, direttore del Centro di trapianti rene e pancreas dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova. Facendola evadere dalla prigione della dialisi, regalandole letteralmente una nuova vita.
Una decisione maturata senza clamori da parte della donatrice: «Per me, la salute è il dono più prezioso di cui una persona dispone – commenta Letizia Guglielmo – e ritenendomi fortunata perché nella mia vita non sono mai stata male, ho voluto fare la mia parte; una scelta che rifarei mille volte perché dando così tanta felicità ho ricevuto un bagaglio di emozioni così intense da esserne quasi sovraccaricata».
Un gesto che meritava di essere riconosciuto e additato ad esempio, grande e semplice insieme, reale dono di sé a un’altra persona. Una storia di solidarietà al femminile nella quale il direttivo dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio ha ravvisato un fulgido, lampante altruismo in azione. Letizia, per quel regalo a Lara Martello, il 9 e il 10 giugno nel corso di una doppia cerimonia, civile e religiosa, riceverà infatti il Premio della Bontà, istituto fin dal 1975 per evidenziare come nella quotidianità vi siano persone non indifferenti e che si prodigano per agli altri. Accanto ai partecipanti alla fase concorsuale riservata alle scuole primarie di primo e secondo grado di tutta Italia (il bando si è chiuso il 29 aprile) ogni anno infatti l’Arciconfraternita si propone di individuare uno o più protagonisti che nella vita adulta abbiano reso tangibile testimonianza degli insegnamenti del Vangelo.
Per il priore dell’Arciconfraternita, Leonardo Di Ascenzo, quello delle due donne, amiche per la pelle, è «un esempio di bontà straordinariamente concreti, oserei dire non parole, ma fatti. Il dono di un rene a una persona amica ma non familiare è esempio di compassione operosa nella malattia».
Giuliana Lucca