Il sindaco di Portogruaro si dimette
Inodi al pettine dell’ultimo periodo hanno messo a dura prova la tenuta dell’amministrazione della città, e la distanza all’interno della maggioranza sulla questione del bilancio, in difficoltà, del Comune di Portogruaro, ha fatto il resto. Il sindaco Florio Favero, che aveva vinto nel 2020 contro l’uscente primo cittadino, Maria Teresa Senatore, mercoledì mattina ha rassegnato ufficialmente le dimissioni. Nella comunicazione inviata a consiglieri, assessori e al prefetto Vittorio Zappalorto, Favero ha parlato di «mancanza di condizioni per poter proseguire l’incarico, e con serenità affrontare i tanti problemi che si evidenzieranno nel prossimo futuro. Non c’è dignità per un’Amministrazione costretta alla ricerca di un continuo equilibrio caratterizzato da personalismi e pressioni anche indebite, a cui non intendo subordinare il mio lavoro e il bene dell’intera città».
Decisione difficile
«Con rammarico abbandono il percorso intrapreso. Ritengo moralmente inaccettabile dover ogni giorno riconquistare il pieno mandato conferito dagli elettori, che fin dall’inizio è stato avversato con ogni mezzo dai banchi di una parte della maggioranza. La conseguenza è stata quella di vedere scritte pagine indegne di trattative e ragioni personali, governate da logiche che in nome dell’amore che nutro per la mia città, non posso e non voglio accettare». Un pensiero il primo cittadino di Portogruaro lo ha dedicato a quanti lo hanno sostenuto. «Molte persone hanno creduto in me e a loro voglio dire che questa decisione, lungi dal disconoscere la fiducia riposta, comunque non fermerà il mio percorso intrapreso, pensando già al futuro con lo stesso impegno e la stessa passione. Ai miei collaboratori, ai dirigenti, a tutti i dipendenti e alla mia famiglia va la mia più profonda gratitudine per avermi sostenuto, certo che sarò compreso in questa scelta fatta per il bene della mia amata città. Posso garantire che nei prossimi giorni mi attiverò per compiere tutti gli atti, consentiti dalle norme, affinché i prossimi mesi possano trascorrere senza alcun danno alla normale vita dell’Ente».