Donna uccisa a coltellate a Spinea: arrestato il marito
L’uomo ha afferrato un coltello e ha colpito più volte la compagna uccidendol a, nonostante ci fosse in casa il loro figlio di soli 4 anni . A finire sotto i fendenti è stata Lilia Patranel, una collaboratrice domestica con doppio passaporto moldavo e romeno , uccisa dal marito Alexandru Ianosi Andreeva Dimitrova , 35enne romeno, in Veneto dal 2017. Una lite violentissima, le urla dell’uomo e poi la tragedia. L’uomo ha afferrato un coltello e ha colpito più volte la compagna uccidendol a, nonostante ci fosse in casa il loro figlio di soli 4 anni.
Settima vittima in Veneto
È il settimo femminicidio del 2022 in Veneto. “È stata uccisa Lilia, la settima donna dell’anno nella nostra regione. Rischiamo di superare i numeri del 2021 “, quando in Veneto si consumarono 10 femminicidi, affermano Tiziana Basso e Federica Vedova , rispettivamente segretaria generale Cgil Veneto e segretaria Cgil Venezia con delega a pari opportunità e politiche di genere. “Non è accettabile che questa strage continui a verificarsi, senza che si metta in campo tutta la prevenzione necessaria a salvare ogni vita umana possibile. È proprio questo il punto: bisogna agire prima che il delitto si compia , perché nessuna pena (che pure deve essere effettiva e certa) restituirà alla vita la vittima”, dichiarano le due sindacaliste.
C’era una denuncia
Il delitto è accaduto nella notte a Spinea , cittadina del primo entroterra veneziano , in un condominio di otto appartamenti abitato da stranieri , per lo più romeni e moldavi, come i protagonisti della vicenda. Una relazione fatta di continue frizioni e pochi momenti di riappacificazione, con liti sempre più violente sfociate spesso in vere e proprie aggressioni fisiche . Lilia aveva tentato, in passato, di difendersi. Avrebbe anche denunciato le botte subite alle forze dell’ordine, per poi ritirare la querela.
La confessione
La lite e l’omicidio sono scoppiati poco dopo la mezzanotte, mentre il bambino probabilmente dormiva. Uccisa la compagna, l’uomo si sarebbe seduto accanto al figlio , aspettando le 5 del mattino per chiamare il 112 e far intervenire i c arabinieri, confessando l’accaduto . Dopo il primo esame della salma da parte del medico legale, i rilievi dei c arabinieri del Ris e quindi il viaggi o dell’omicida in camionetta nella caserma dell’Arma. Qui Alexandru si è chiuso nel silenzio più assoluto, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Dopo aver tentato di interrogarlo, i carabinieri hanno trasferito l’omicida a l carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia , in attesa di essere sentito da pm e gip.