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Zaia fissa i paletti alla tassa di sbarco

Tassa di sbarco a Venezia, anche il governatore del Veneto Luca Zaia adesso è d’accordo: «Io penso che un obolo a Venezia debba essere lasciato, ovviamente è necessaria l’esclusione per i veneti», ha detto il presidente della Regione. Eppure, fino a pochi mesi fa, Zaia apparteneva al gruppo dei contrari al ticket d’ingresso. L’aveva detto lo scorso aprile, quando la città storica attendeva l’orda di visitatori per il ponte del 25 aprile: «L’accesso a Venezia va garantito a tutti, l’idea classista, dove entra solo chi paga, non mi piace. Dopodiché va stabilito quanti possono entrare in un giorno e la modalità c’è: la prenotazione».

Concetto ribadito di lì a una settimana quando Zaia contestò i tornelli posizionati in piazzale Roma dall’amministrazione comunale: «In tempi non sospetti ho detto che la visita a Venezia deve essere garantita ai ricchi e a chi non ha un solo in tasca». Tant’è, ora il governatore è favorevole alla tassa di sbarco voluta dal sindaco Luigi Brugnaro, quindi recepita dal governo giallo-verde e votata dal parlamento, peraltro incassando il plauso del Pd («È un provvedimento che avevamo sempre chiesto»).

Ma perché adesso Zaia è favorevole al ticket d’ingresso – alias tassa di sbarco – per i pendolari, cioè per i turisti che non dormono in città (e quindi non pagano la tassa di soggiorno) ma arrivano e se ne vanno in giornata? «Io penso – ha detto Zaia – che un obolo a Venezia debba essere lasciato, anche perché la massa di turisti che arriva è importante e quindi c’è il tema della pulizia, del rispetto dell’ambiente e di tutto quello che sappiamo. Spero però che sia veramente minimale e permetta a tutti di visitare Venezia, che non diventi esclusiva solo per alcuni ceti sociali. Ovviamente è necessaria l’esclusione per i veneti, su questo non si discute: i veneti non possono pagare la tassa per entrare a Venezia». La tassa di sbarco può oscillare da un minimo di 2,50 euro a un massimo di 10 euro: il governatore cosa preferirebbe? «Non conosco le cifre – ha risposto Zaia – ma mi metto nei panni di una famiglia magari poco abbiente, che ha diritto di visitare questa città e di mostrarla ai bimbi e non può certo lasciare 50 o 60 euro di tassa di ingresso. Ma so che il sindaco è attento a queste cose e troverà una soluzione».

Brugnaro, in realtà, dovrà trovare più di una soluzione, dal momento che dovrà essere preparato un regolamento che disciplini l’intera materia. Primo, l’ammontare del ticket. Secondo, la platea degli esonerati: solo i veneziani? tutti i veneti? Di sicuro pagheranno gli italiani: l’idea del M5s, che con la senatrice Orietta Vanin ha annunciato una proposta di legge, di riservare il ticket ai soli stranieri manco è stata presa in considerazione dal Comune.

Il prossimo passaggio, semmai, sarà quello di definire con i vettori – cioè le società che gestiscono i trasporti via nave, treno, bus, eccetera – la riscossione della tassa. I vettori dei trasporti, infatti, sono sostituti di imposta e spetterà a loro riscuotere il ticket per poi girarlo al Comune. Tanto per rendere l’idea: dovesse esserci evasione, il vettore dovrà pagare al Comune il 200% della tassa in quanto responsabile della riscossione. Nel frattempo, visto che la tassa di sbarco sarà operativa da luglio, il Comune dovrà decidere come gestire l’imminente Carnevale: tornelli o numero chiuso?

A.V.

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