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Storia Veneta sui banchi di scuola

Il Leone di San Marco arriva sui banchi di scuola. L’intesa raggiunta tra la Regione e il ministero dell’Istruzione – fin qui mantenuta riservata ma confermata da fonti romane – prevede che la storia della Serenissima Repubblica diventi argomento di studio nell’ambito del programma e che il suo insegnamento sia esteso al circuito degli istituti elementari, medi e superiori del territorio veneto a partire dal prossimo anno scolastico.

La divulgazione della storia veneta rappresenta da tempo un obiettivo di Palazzo Balbi e più volte la Lega aveva indicato nel vicino Friuli-Venezia Giulia un esempio da seguire ma la volontà di dar vita ad un progetto scientifico serio e di qualità era rimasta sulla carta.

Fino al dicembre 2017, quando l’assemblea regionale ha approvato a larghissima maggioranza l’emendamento del consigliere Luciano Sandonà al capitolo cultura del Dpef (il Documento programmatorio economico finanziario), autorizzando il primo stanziamento a sostegno ai corsi.

Se Sandonà è stato il paladino dell’iniziativa, a garantirne il decollo è stato Luca Zaia, che ha investito dell’operazione l’assessore Cristiano Corazzari trovando una sponda decisiva nei vertici dell’Ufficio scolastico del Veneto, convinti che la rivisitazione rigorosa delle radici accresca il bagaglio della memoria condivisa.

In tale ottica, l’aggiornamento dei docenti è stato affidato allo storico Giuseppe Gullino – ordinario all’Università di Padova e presidente della Deputazione di storia patria per le Venezie – che ha già iniziato i corsi di formazione nel Palazzo Grandi Stazioni a Venezia.

La formazione di maestri e professori (un centinaio in totale) prevede una “full immersion” nell’epopea della Repubblica. Dalla fondazione nelle isole lagunari ad opera degli scampati alle invasioni barbariche alla conquista dei porti istriani e dalmati, fino alla culmine della potenza mediterranea con la partecipazione alla quinta crociata e alla nascita dell’impero marittimo e mercantile. Un focus particolare sarà riservato invece al modello politico di Venezia e al suo singolare “patriziato lealista” che affascinò Niccolò Machiavelli.

E poi l’annessione della terraferma, la trasformazione del Comune in Serenissima e il disastro di Agnadello (1509), presagio del lungo declino destinato a culminare nella fine della sovranità repubblicana e nella cessione del Veneto all’Austria, sancita dal trattato di Campoformido (1797). Un’avventura appassionante, per molti versi misconosciuta: esige grande serietà di approccio, promette un viaggio ricco di emozioni.

C.C.

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