Lanzarin prende il posto di Coletto con doppia delega a sanità e sociale
A vederla sembra dolce e gracile ma dovrà sobbarcarsi due deleghe che, combinate insieme, calamitano oltre l’80% del budget regionale. A breve, salvo sorprese, Manuela Lanzarin, 47 anni, leghista di Bassano del Grappa, dal 2015 assessore ai servizi sociali dell’amministrazione Zaia, erediterà anche la poltrona della sanità, vacante dopo l’inattesa nomina di Luca Coletto a sottosegretario alla Salute del governo Conte. Una concentrazione di poteri e risorse vistosa, che non trova precedenti a Palazzo Balbi, dettata al governatore da due ordini di considerazioni.
L’apprezzamento per la condotta della vicentina condiviso dall’influente direttore generale Domenico Mantoan («Chiacchiera poco, lavora sodo, non fa polemiche») e la volontà di evitare un rimpasto che scatenerebbe appetiti e rivalità nel gruppone di maggioranza, contrapponendo il bilancino della rappresentanza territoriale – tanto caro ai consiglieri veneti – al profilo di competenza amministrativa richiesto. Nell’immediato, così, l’attribuzione del doppio incarico appare scontata: definitiva – qualora Luca Zaia scelga di ridurre da dieci a nove il numero degli assessori – oppure in forma di interim per consentire una valutazione più ponderata; in tal caso, la delega al sociale potrebbe premiare il trevigiano Alberto Villanova, odontoiatra di stretto rito zaiano, ma in lizza ci sono anche veterani quali Alessandro Montagnoli, Nicola Finco e Fabrizio Boron, nonché l’outsider Luciano Sandonà. Improbabile, invece, il ricorso ad un esterno.
Un’altra incognita, tutta politica però, riguarda Elena Donazzan, assessore all’istruzione e al lavoro: è uscita da Forza Italia in aspra polemica con Renato Brunetta e il vertice azzurro, annunciando che la sua associazione “Amo il Veneto” sosterrà il progetto sovranista di Matteo Salvini e la coalizione di Zaia. Quest’ultimo, pur sorpreso dallo strappo, è orientato a confermarle la fiducia e l’incarico.
Finora non è giunta alcuna richiesta ufficiale di rimozione da parte dei berlusconiani ma a riguardo il coordinatore veneto Davide Bendinelli annuncia che porrà la questione al governatore: «Donazzan siede in Giunta grazie ai voti degli elettori forzisti che ora non rappresenta più in alcun modo». All’assemblea regionale, en passant, ora conta soltanto il “nuovo adepto” Maurizio Conte sebbene voci insistenti segnalino un imminente ritorno all’ovile del veterano Marino Zorzato.
Fin qui le alchimie di Palazzo ma l’autentico scossone agli equilibri dell’esecutivo potrebbe giungere dalle elezioni europee della primavera prossima che, secondo tutti i sondaggi, consentiranno alla Lega del Veneto di moltiplicare i seggi (attualmente sono due) al parlamento di Bruxelles. Tutti sembrano convinti che tra i candidati vincenti ci sarà Roberto Ciambetti, il presidente del consiglio regionale, magari in abbinata con Finco, il capogruppo del Carroccio. La circostanza, com’è ovvio, innescherebbe un risiko di poltrone ridisegnando la mappa del monocolore sia negli organismi consiliari che nelle stanze dell’esecutivo.
A.V.