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Olimpiade, la favola di Soraya Paladin

C’era una volta una ragazzina che d’estate si cimentava con il ciclismo, riservando l’inverno a pallavolo, calcio, nuoto. C’era una volta una neo diplomata che si concedeva un periodo sabbatico, chiedendosi se fosse il caso di continuare a sacrificarsi per la due ruote. Per sua fortuna (e per la gioia di Italbici e dei suoi tifosi), Soraya Paladin si diede, risultati alla mano, la risposta giusta: un convinto sì. E quella bimba che esibiva fiera una Pinarello verde per le vie di Ormelle – dove il papà gestiva un bar – e si godrà la soddisfazione più bella della carriera: maglia azzurra nella prova in linea all’Olimpiade ( domenica mattina dalle 6 in piazza a Cimadolmo sarà installato maxi-schermo per seguire in diretta la gara).

Il sogno di Soraya

Soraya, con quel nome che evoca la cinematografia, vivrà una piccola favola: l’ex calciatrice del Salgareda – sul rettangolo verde conobbe l’amica Alice (Mazzola) che le suggerì di puntare forte sul ciclismo: alternarono per un po’ pallone e bici, poi in sella ci restò solo Paladin – sfiderà le olandesi nella gara che vale più di tutte. Ma, al di là degli incroci della vita, il ciclismo l’aveva forse già nei geni.

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