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La Serie A riparte e forse è già finita

L’abbiamo attesa per mesi, abbiamo fatto videochat pur di colmarne il vuoto lasciato nelle nostre serate/weekend, ma dopo tre mesi il calcio, almeno quello giocato, almeno quello dei piani superiori, è ripartito. Il 9 Marzo l’ultimo match di Serie A a Reggio Emilia, il 10 l’Atalanta sbancava un vuoto “Mestalla” a Valencia e poi il buio.

Senza Serie A per oltre 3 mesi

Dopo 93 giorni senza calcio, i 60 milioni di allenatori del Bel Paese hanno rivisto un prato verde. Va chiarita subito una cosa: quello che abbiamo visto è probabilmente un altro sport. Uno stadio senza pubblico, l’eco di Antonio Conte che guida i suoi giocatori come fosse davanti a una consolle di gioco, le esultanze con i gomiti, il pugno allo stomaco del VAR che viene atteso dai pochi presenti in campo in un silenzio tombale sicuramente sono figli di un periodo che non conoscevamo.

Gli stratagemmi

Qualcuno si è ingegnato mandando negli altoparlanti l’audio dei tifosi, la stessa cosa l’ha fatta la TV che manda in onda questo spettacolo difficile da digerire, ma una qualsiasi analisi della situazione non può sottacere al fatto che i valori in campo sono stravolti dall’ambiente che è cambiato rispetto a una manciata di mesi fa. E che temiamo ci porteremo avanti per un bel po’. Affannosamente arriveremo a concludere la stagione ma la spada di Damocle della seconda ondata pesa sul futuro anche del primo sport nazionale e l’impressione è che ci arriveremo impreparati, convinti di aver lasciato alle spalle quanto successo nei mesi più oscuri.

La Serie A strana

A livello sportivo invece, la Serie A riparte probabilmente chiudendosi con la prima tappa. La Juventus di Sarri, che non aveva fatto una gran figura in Coppa Italia, aiutata probabilmente da un calendario più agevole, guadagna su una Lazio che non poteva pescare squadra peggiore alla ripartenza dell’Atalanta dei miracoli. La Dea, triste per la ferita subita dalla propria città, sembra essersi cristallizzata in questi tre mesi e dopo il letargo rinascere più bella di prima. Rischiando di insidiare addirittura il terzo posto dell’Inter di Conte, apparsa in difficoltà proprio nel momento della svolta e del lockdown. La crisi nerazzurra è iniziata quel fatidico 9 Marzo e non sembra essersi affievolita nonostante il lungo periodo di riflessione.

La mia opinione

Le prospettive: la Juventus controllerà il distacco dalla Lazio, fatico a pensare Inter e Atalanta fuori dalla Champions mentre sarà una sfida frizzante quella per i due posti di Europa League con Roma e Napoli sugli scudi, Milan in ripresa nonostante le nubi all’orizzonte sul futuro, e le sorprese del campionato Parma e Verona in cerca di una favola da decantare per questa stagione. In coda sembrano spacciate Brescia e Spal, sarà una lotta senza esclusione per Lecce, le genovesi, l’Udinese e visto il cospicuo numero di partite da giocare, rischiano anche le nobili Torino, Fiorentina e Sassuolo.

Serie A cambiata da un virus

Questa lotta in un contesto chiaramente diverso che per il momento è ancora ovattato dall’aurea di novità della situazione di campo cambiata ma che presto rivedrà protagoniste le care e vecchie polemiche e tensioni dei tempi migliori. E con all’orizzonte delle coppe Europee che rischiano di cadere in un periodo estremamente caldo, con fisici non preparati, e con valori in campo stravolti. Uno stravolgimento che è caduto dal cielo in questo 2020, ha ribaltato le nostre vite e anche il mondo pallonaro.

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