2021. L’anno della morte del calcio dilettantistico italiano?
Dopo le ultime indiscrezioni che ritarderebbero di nuovo il ritorno in campo dei calciatori dilettanti e giovanili, arriva lo sfogo di Emiliano Arru, scrittore ma anche e soprattutto calciatore dilettante.
Gennaio 2021
Ahimè, nonostante sia passato questo nefasto 2020, noi poveri e semplici calciatori dilettanti, che non abbiamo la fortuna di giocare in campionati di “rilevanza nazionale”, siamo tutti a digiuno della nostra più grande passione da quasi un anno. Le chiacchierate infinite negli spogliatoi, l’ansia prima di ogni partita, le emozioni di un goal, di un salvataggio sulla linea o di una parata, l’amarezza per una sconfitta, i terzi tempi in compagnia degli avversari, nemici sul campo ma ragazzi come noi, amici, a partita finita. Queste sono solo alcune delle cose che non fanno più parte della nostra vita, da tanto, troppo tempo ormai e che difficilmente torneranno a breve.
Via la divisa
Ora svesto per un attimo il ruolo di scrittore e metto la mia divisa, i miei scarpini da calciatore dilettante. Ho davvero paura che il nostro amato sport, sparisca per sempre, devastato socialmente ed economicamente.
I numeri
Per chi non lo sapesse, il calcio dilettantistico italiano, rappresenta il più grande movimento sportivo presente in Italia. Vi do alcuni numeri: 64.372 squadre, 1,2 milioni di calciatori e calciatrici, di cui 360.000 facenti parte dei vari settori giovanili. Sono numeri pazzeschi, a cui dobbiamo aggiungere ovviamente, le società professionistiche.
Il futuro
Se l’intero comparto del calcio dilettantistico fallisse in toto, sarebbe un disastro economico in primis, ma sarebbe anche, un botto tremendo a livello sociale, psicologico e motorio per tantissimi giovani e meno giovani, che nel calcio vedono uno svago dai problemi quotidiani, un passatempo, una passione o un riscatto da una vita già costellata di delusioni. Ad oggi, a quasi un anno dalla chiusura completa o semi-completa di tutti i campionati regionali, ovvero quelli non di “rilevanza nazionale”, non si è ancora trovata una soluzione, un’idea per permettere ad oltre 1 milione di atleti dilettanti in Italia, di poter riprendere a giocare in piena sicurezza. Questo immobilismo fa paura. Ogni giorno che passa, nuove società dilettantistiche muoiono. È questa la cruda realtà.
Covid e salute
Ovviamente molti diranno che siamo in mezzo ad una Pandemia mondiale. Certo il virus non deve essere minimamente sottovalutato o negato, ma diciamolo chiaramente: lo sport è vita, è salute, è benessere.
La domanda
Detto questo, chiedo a chi di dovere (Ministro dello Sport per primo): vogliamo fare qualcosa di reale e concreto per permettere a tutti noi, calciatori e calciatrici dilettanti, di poter riprendere la nostra attività in modo sicuro, o è più facile, far fallire il nostro calcio dilettantistico, in modo che si tolga il dente e venga meno anche il dolore?