… non ti devi preoccupare
Non ti devi preoccupare. Vedrai che le cose si sistemano. Non serve a nulla preoccuparsi … Il fatto è che serve a poco preoccuparsi e non è sempre vero che non serve a nulla.
Il preoccuparsi
Preoccuparsi è un puro atto del pensiero, che in genere apre
scenari bui su cui si crede di non avere il controllo. Si pensa di essere in
balia degli eventi e che una sorte cattiva ci colpirà.
Tant’è che, se è così, non vale veramente la pena
preoccuparsi. La partita è già chiusa e il perdente è stato individuato.
Solo che si tratta di preoccupazioni, che spesso si fondano
su informazioni limitate.
Come si può sapere che una determinata cosa accadrà?
Non siamo veggenti (qualcuno sembra esista). Non abbiamo
possibilità di mettere mano al futuro in modo certo e del domani c’è veramente
poca certezza.
Si possono fare azioni, scelte e prendere decisioni che
possono, in qualche modo, determinare il futuro su cui, però, possiamo solo
ipotizzare gli accadimenti.
Viviamo all’interno di un sistema, ci sono altre persone, possono succedere cose e siamo a conoscenza di fatti limitati.
La preoccupazione fa aprire scenari su ciò di cui non abbiamo
pieno controllo.
Può essere utile, appunto, per aprire scenari e spazi di
pensiero, che consentono di essere preparati al verificarsi di un dato fatto o
evento.
Ma, se la preoccupazione è fine a se stessa, la partita è
sempre persa. Non c’è groviglio di pensiero che trovi il bandolo della matassa.
L’unico modo per liberare i fili è tagliare i pensieri.
Una mia amica mi ha insegnato la differenza tra preoccuparsi
e occuparsi delle cose. Così accade che mi chieda se mi sto preoccupando oppure
se mi sto occupando di una cosa. Sempre che io me ne possa e me ne voglia
occupare.
Ecco che il groviglio di pensieri, spesso, trova la sua
forbice.
Occuparsi delle cose fa sì che si compiano delle azioni e che la situazione si sbocchi o si determini in qualche modo. Ricordando anche che noi possiamo occuparci solo delle cose su cui possiamo agire. C’è tutto un mondo che spetta ad altri e che richiede azioni che non sono nostre. Non tanto per scarsa volontà, ma per impossibilità.
Non è possibile occuparsi delle cose che toccano ad altri …
al massimo ci si può preoccupare!
di Alessandra Marconato, Direttore Responsabile di 78PAGINE.78srl.it/78pagine