salute e medicina

Processo a Treviso per lo scandalo vaccini

Scandalo vaccini a Treviso, aperto il processo: le famiglie chiedono il conto a Emanuela Petrillo. In aula hanno chiesto di costituirsi parte civile un’associazione di consumatori. Nonché altre tre famiglie oltre a quelle già presentatesi in udienza preliminare.

Il processo

Si è aperto alcuni giorni fa davanti al Tribunale di Udine il processo a carico dell’assistente sanitaria trevigiana. Sospettata di aver finto di somministrare le vaccinazioni ad alcuni bambini tra il 2009 e il 2016, prima nel Medio Friuli a Codroipo, San Daniele e Udine e poi nell’Usl 2 di Treviso.

L’accusa alla Petrillo

La donna è accusata di peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificati. L’udienza, chiamata per l’ammissione delle prove, è stata tenuta da un collegio non titolare e per questo subito rinviata al 15 ottobre.In aula hanno chiesto di costituirsi parte civile un’associazione di consumatori e altre tre famiglie oltre a quelle già presentatesi in udienza preliminare. In quella sede si erano già costituite anche le aziende sanitarie di riferimento: l’Aas 3 Alto Friuli, l’Asuiud e l’Usl 2 di Treviso.

Parti civili escluse a processo?

Le questioni relative alla costituzione delle parti civili – di cui la difesa ha chiesto l’esclusione – saranno affrontate alla prossima udienza filtro in cui uno degli avvocati delle parti civili ha già preannunciato che presenterà istanza di citazione come responsabili civili delle aziende sanitarie.

Il caso che ha aperto le indagini per il processo

Il caso dei sospetti finti vaccini era emerso nella Marca Trevigiana i colleghi della donna si erano accorti di alcune anomalie.Le verifiche eseguite poi su un campione di bambini – prima da parte delle aziende sanitarie e in seguito dai Carabinieri del Nas e dalla Procura – avevano evidenziato elevate scoperture vaccinali. Secondo l’ipotesi accusatoria la donna avrebbe solo finto di somministrare le vaccinazioni ai bambini senza inoculare realmente le dosi. Ma l’assistente sanitaria ha sempre respinto le accuse e sostenuto di aver eseguito in maniera corretta le vaccinazioni, affermando di essere favorevole ai vaccini. La donna non era in aula.

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