Plasma dai pazienti guariti vs Covid
Si chiama Tsunami Study. Tsunami è l’acronimo di TranSfUsion of coNvalescent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS-CoV2. E’ lo studio sperimentale multicentrico no-profit che prenderà il via in Aoup. Centro coordinatore e promotore a livello regionale, per utilizzare a scopo terapeutico il plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal Covid-19 sui malati critici con polmonite in ventilazione assistita.
Lo studio sul plasma
Lo studio, riporta in una nota la Regione Toscana, ha ottenuto il via libera dal Cnt-Centro nazionale sangue. Che ha autorizzato protocolli di selezione dei donatori in ogni regione. Ed è ora sottoposto all’approvazione del Comitato etico locale per il via libera. La possibilità di disporre di donatori locali offre il valore aggiunto di dare un’immunità specifica acquisita contro l’agente infettivo proprio del ceppo locale. In considerazione del fatto che in altre aree il ceppo potrebbe essere differente.
L’Aoup ha acquisito nei giorni scorsi, da un’azienda produttrice, in comodato gratuito, il macchinario per l’inattivazione dei germi patogeni. Condizione essenziale per poter utilizzare la componente liquida del sangue senza eventi avversi. Sono stati anche acquistati i kit ed è stata effettuata la formazione del personale. Lo studio è stato reso possibile grazie alla sinergia con il Crs-Centro regionale del sangue, l’Officina trasfusionale dell’Area vasta nord-ovest, l’Unità operativa di Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti dell’Aoup. Che ha ideato lo studio e lo staff delle Malattie infettive che l’ha messo a punto.
Pisa apripista sul plasma
“La notizia che Pisa, come centro di eccellenza in questo settore, cominci la sperimentazione nei giorni in cui, in Toscana, il numero dei guariti supera quello dei morti è importante”. Dice il presidente della Regione Enrico Rossi. Che ha incontrato il professor Menichetti insieme al direttore generale dell’Aoup Silvia Briani. “Qui a Pisa si stanno sperimentando ben 2 farmaci dei 7 protocolli Aifa.
E il fatto che Pisa guidi questa sperimentazione significa che aumentano le possibilità di cura. Noi abbiamo deciso di tentare ogni strada. In questo senso si inserisce anche la decisione degli screening sierologici. Che, pur nei limiti dello strumento, abbiamo intrapreso. Innanzitutto per fare un sondaggio su gruppi comunitari di popolazione. E tracciare un quadro plausibile sulla diffusione del contagio. Fermo restando che la parola ultima spetti all’esame microbiologico. E poi anche per effettuare una mappatura delle Rsa dove basterà che emerga un solo caso positivo. E ci comporteremo come se fosse l’esito di un esame microbiologico”.