Padova un palmo sopra gli altri grazie al palazzo della scienza
PADOVA – È il primo elemento della città dell’intelligenza, quella che Padova vorrebbe diventare, tornando capitale del nordest. Il palazzo della scienza e della tecnologia che sorgerà in Fiera costerà 10 milioni di euro che saranno pagati da Comune, Camera, Provincia, con il contributo della Fondazione Cariparo e del Bo. È stato pensato da Luca Griggio e Andrea Olivi, titolari di Geo, la società che sta gestendo le manifestazioni del quartiere e ideato dall’architetto Giorgio Strappazzon di Vs associati.
La vocazione sarà duplice. Dialogare con l’Università a tutti i livelli. Ci saranno aule per 4mila studenti di Ingegneria. Ma anche laboratori e piccoli nuclei d’impresa che si rapporteranno con il competence center, che nascerà in un padiglione collegato e dove le Università del Triveneto daranno vita a un Centro di Competenza ad alta specializzazione nelle tecnologie in ambito Industria 4.0. Ma per non dimenticare la vocazione fieristica, metà del nuovo edificio lungo cento metri e largo quaranta sarà dedicata a spazi espositivi.
Griggio: «Abbiamo proposto ai soci pubblici di abbattere un edificio per costruirne un altro in materiale modulare, cioè smontabile, che diventi l’hub dell’innovazione cioè il legame fra la ricerca e la produzione. In fiera chi vuole potrà creare un laboratorio di innovazione permanente. Faccio un esempio: abbiamo una fiera che coinvolge i migliori produttori al mondo di edifici smart? Invitiamoli e mettiamo in esposizione le loro tecnologie per cinque anni, in cambio della collaborazione alla costruzione del nostro edificio. In questo modo potranno avere accesso al mondo industriale garantendosi il business».
Le aule saranno 9 da 250 posti, 6 da 200 altre 2 da 120 posti. Poi 7 da cento e 5 da 30 posti. In totale 16mila metri quadrati di superficie per laboratori, aule studio, aule per la cerimonia di laurea. Nella parte centrale salendo ai piani troveremo un giardino aperto su un grande spazio pubblico, una piazza coperta alta sei metri, intesa come spazio di relazione per l’università. Il corridoio centrale con il suo verde, simboleggerà proprio l’apertura verso la città.
E.P.