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Meglio un giorno da élite o 100 da lepre?

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Con un intervento di Alessandro Baricco pubblicato sul quotidiano https://repubblica.it/ di venerdì 11 gennaio, ha preso avvio un dibattito sul concetto di élite e sul ruolo che nel corso del tempo le diverse élite, succedutesi ai posti di comando, hanno avuto nel determinare e indirizzare i cambiamenti e i progressi sociali nelle democrazie occidentali, garantendo un costante allargamento del benessere a strati sempre più ampi delle popolazioni.

La tesi sostenuta da Baricco è che oggi la “gente comune” non è più disposta a riconoscere alle élite quella capacità di guida. Lo stesso giorno su https://ilsole24ore.com/ un articolo di Paolo Bricco ha presentato il saggio “L’Italia: molti capitali, pochi capitalisti” di Beniamino A. Piccone disponibile fra un paio di mesi in edicola con il quotidiano di Confindustria, nel quale il banchiere d’affari Guido Roberto Vitale esprime giudizi non propriamente lusinghieri sulla storia delle élite politiche, culturali ed economiche del nostro paese.

Che fare quindi? Cercasi nuove élite disperatamente?

Per fortuna lunedì 14 gennaio l’inserto del https://corriere.it/ dedicato alle imprese del Nord-Est ha presentato una ricerca promossa dal Cuoa e da Adacta Advisory realizzata in collaborazione con l’Università di Padova che ha analizzato l’andamento delle imprese italiane definite “quasi medie”, cioè con un fatturato compreso tra 10 e 12,99 milioni, negli anni della terribile crisi tra il 2007 e il 2017. Ebbene, delle 1.554 aziende prese in esame dall’indagine, ben 1.268 non solo hanno resistito ai momenti difficili ma hanno saputo accelerare e rilanciare la propria attività passando al contrattacco con investimenti nell’alta tecnologia, cercando sbocchi in nuovi mercati, lanciando prodotti innovativi. Il 35% di queste aziende, autentiche “lepri” del territorio, sono attive nel Nord-Est ed hanno realizzato performance da record nei settori più svariati dal food al tessile, dalle calzature alla refrigerazione, dagli impianti alle lavorazioni metalliche.

Identità

Certo non da oggi l’identità del Veneto si esprime grazie alla forza di un tessuto produttivo dotato di un dinamismo economico competitivo con quello lombardo e protagonista in questi anni di uno sviluppo fra i più forti d’Italia. Nella ricerca Cuoa-Adacta-Università di Padova le prime dieci aziende del Nord-Est hanno fatto registrare, nell’intervallo di tempo considerato, una crescita del fatturato superiore al 300%. Andando avanti con questi ritmi si fa presto a diventare élite.

Massimo Mescalchin

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