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L’appello del Bo: “Lasciate lavorare la Geo Il Bo ha molte altre alternative”

«È una convivenza dannosa per entrambi. Per la fiera che non potrà dedicarsi a pieno alla sua attività principale, cioè quella delle esposizioni. E per l’università, costretta in spazi inadeguati. Sono contento che se ne sia accorto anche il rettore». È Ubaldo Lonardi, vicepresidente del consiglio comunale in quota lista Bitonci, a rompere il fronte dell’accordo a tutti i costi per Ingegneria tra i padiglioni di via Tommaseo. «Fate lavorare Geo, che in un anno ha portato il fatturato da 7 a 12 milioni», è l’appello di Lonardi che è stato anche componente del cda di PadovaFiere spa.

«Ho scritto a Rizzuto e ai soci pubblici proponendo due possibili alternative per quello che dovrà essere il Politecnico del Veneto» prosegue Lonardi. La prima proposta è quella dell’Ansa Borgomagno, capannoni che da troppi anni aspettano una riqualificazione: «È un’area vicina alla stazione e che necessita di un’importante opera di rigenerazione urbana», spiega il vicepresidente del consiglio. In alternativa c’è l’area del Cnr in corso Stati Uniti: «Una progettualità comune potrebbe trasformare quella zona in un potentissimo centro di ricerca e insegnamento», sottolinea Lonardi.

Quanto alla fiera, è bene che rimanga spazio espositivo: «Cosa c’entra l’innovazione con la Fiera? Le start up con auto e moto d’epoca o Flormart?», chiede Lonardi parlando di « diverse» tra le varie funzioni. Dunque spazio a Geo, anche “saltando” la gara prevista per la gestione degli spazi di via Tommaseo: «La gara non serve e non è neppure obbligatoria – spiega – Anzi, c’è il rischio che arrivi qualche grossa società che compra Padova solo per eliminare un concorrente».

E.P.

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