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Fatturazione elettronica: difficoltà per le imprese della Riviera del Brenta

DOLO. Non mancano le difficoltà tecniche per le imprese artigiane della Riviera del Brenta per quanto riguarda la recente introduzione della fatturazione elettronica. A fare il punto della situazione dopo il primo mese di utilizzo del nuovo strumento obbligatorio è Giorgio Chinellato, segretario dell’Associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “ Città della Riviera del Brenta”.

Confermano le problematiche tecniche anche i consulenti fiscali dell’Associazione. “Su 900 aziende associate – spiega Chinellato – la fattura elettronica coinvolge oltre 800 aziende in tutti i comparti. A complicare questa fase epocale di cambiamento organizzativo, si sono
aggiunti diversi adempimenti fiscali in scadenza tra fine febbraio ed i primi giorni di marzo. Alcuni ancora riferiti all’anno d’imposta 2018, altri del tutto nuovi e riferiti, ad esempio, alla comunicazione delle operazioni con l’estero intraprese da gennaio 2019”.

A sollevare, anche se parzialmente, il morale di operatori ed imprese, c’è stata la concessione di quanto richiesto proprio da Confartigianato al Governo, ossia, una proroga di alcune di queste comunicazioni obbligatorie: spesometro del secondo semestre 2018 ed
esterometro di gennaio.

Lo spesometro.

“Riguardo a quest’ultimo adempimento- continua Chinellato- l’appello tuttora rivolto al Governo, è di pianificarne meglio la scadenza: l’attuale invio a cadenza mensile rischia di
essere percepito come l’ennesimo diktat burocratico. Per non parlare poi del fatto che, in diversi casi, gli obblighi di monitoraggio delle operazioni con l’estero, tra esterometro e modello Intrastat, rappresentano un vero e proprio doppione”.

Difficoltà tecniche e disguidi.

Tornando al tema della fatturazione elettronica, pur riconoscendo di vivere un necessario e
prevedibile periodo di transizione, per l’Associazione Artigiani vi sono ancora diversi aspetti tecnici che necessitano di una messa a punto: dai controlli sulla coerenza del contenuto delle fatturazioni elettroniche, per esempio, sul “totale fattura” e codice fiscale/partita IVA, alla difficoltà nell’individuare una data di ricezione della fattura elettronica univocamente riconosciuta.

In questo primo periodo di avvio, infatti, circa il 4,5% degli invii eseguiti non è andato a buon fine, proprio per errori di compilazione: dall’indicazione di partita IVA errata, al codice destinatario errato, ad errori nell’estensione del file, passando per errori dovuti a medesime fatture inviate due volte.

“Fra i disguidi ancora percepiti – conclude Chinellato- è da considerare, inoltre, l’inevitabile
conseguenza pratica di dover tenere alcuni documenti fiscali nel tradizionale formato cartaceo. Non resta che presidiare le questioni nei tavoli tecnici degli addetti ai lavori ed auspicare in una rapida e pratica soluzione”.

Sara Zanferrari

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