politica

Caso Giusto, è tregua armata

I consiglieri del Gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa non ci stanno ad essere accostati alla “macchina del fango” che il sindaco Luigi Brugnaro ha evocato a proposito dell’indagine avviata dalla Procura, con i carabinieri inviati a Ca’ Farsetti, nei confronti del consigliere delegato alla Voga Giovanni Giusto, fino a pochi mesi fa anche presidente del coordinamento delle Remiere, per possibili conflitti di interesse o accuse di falso ideologico.

«Per quanto riguarda il nostro operare» dichiarano Scarpa e Serena, autori anche di alcune interpellanze sull’operato di Giusto «garantiamo che non c’è nessuna macchina del fango in atto, ma semplicemente lo svolgimento di un obbligo in capo ad un amministratore pubblico che, nello svolgimento del proprio ruolo, è anche pubblico ufficiale. In sostanza, al ricevimento della lettera, ancorché anonima, che dava notizia di possibili reati, noi non potevamo arrogarci il potere di giudicare ma dovevamo informare le autorità competenti perché se è vero che l’anonimato può nascondere secondi fini e fatti personali, è anche vero che spesso si tratta di segnalazioni precisissime di fatti reali e respingere una segnalazione solo perché anonima è semplicemente un errore. Ciò che conta è l’uso che se ne fa come previsto, ad esempio, dalla normativa WhistleBlowing. Così abbiamo fatto, anticipando, per questione di trasparenza e correttezza, il tutto al sindaco, al presidente del Consiglio e al segretario Comunale».

Proseguono i due consiglieri: «Dobbiamo anche osservare però, che dal 5 dicembre, data in cui abbiamo inoltrato la denuncia al sindaco, nessuna comunicazione o informazione è a noi ritornata mentre noi ci siamo astenuti da qualsiasi altra azione e/o dichiarazione per il rispetto dovuto al lavoro della magistratura. Solo in questi giorni, per azione degli organi di informazione, abbiamo appreso dell’intervento dei carabinieri a Ca’ Farsetti e, per dichiarazione della presidente del Consiglio comunale, della sostanziale conferma dell’incompatibilità, tra il ruolo di consigliere comunale e di presidente del coordinamento Remiere risolta, si afferma, con le dimissioni presentate l’8 febbraio 2018».

E.P.

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