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Cimice asiatica, Veneto vs Governo

«Il Veneto ha già messo a bilancio 4,5 milioni di euro di spesa. Per sostenere non solo l’azione risarcitoria nei confronti dei produttori. Ma soprattutto un piano di ricerca scientifica per prevenire e contrastare i danni causati dalla cimice asiatica. Dal Ministero per l’Ambiente, invece, siamo ancora in attesa dei decreti autorizzativi al rilascio delle specie antagoniste come la ‘vespa samurai’. I frutticoltori della pianura padana si meritano un adeguato piano nazionale per fronteggiare l’emergenza. Che mobiliti anche risorse comunitarie, come si è fatto per la Xilella».

Il Consiglio contro la cimice

A conclusione della seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata ai danni causati dalla cimice asiatica in agricoltura. E in particolare alla frutticoltura veneta, l’assessore regionale all’Agricoltura ha risposto punto su punto alle richieste dei consiglieri. Ricapitolando tutti gli interventi messi in campo. «I cambiamenti climatici in corso e la globalizzazione favoriscono l’arrivo di insetti alieni. Ogni anno l’Italia ne importa circa una ventina. Di fronte a danni quantificati nell’ordine dei 750-800 milioni solo per le aziende agricole della pianura padana. Il Governo nazionale ci ha promesso aiuti per 40milioni di euro quest’anno. Risorse che, peraltro, non abbiamo ancora visto».

Il problema della cimice

Per tenere sotto controllo il proliferare dell’Halyomorpha halis si utilizzano insetticidi. Come i neonicotinoidi, piretroidi e fosforganici. Che causano una elevata mortalità degli insetti colpiti ma richiedono trattamenti frequenti non sempre compatibili con le norme vigenti. L’Università di Padova ha studiato alcuni prodotti corroboranti, fertilizzanti o simili di origine naturale. Come il caolino, olii vegetali, estratti d’alghe o olii essenziali con azione collaterale insetticida o repellente. Che hanno mostrato una certa efficacia nel determinare la mortalità dell’insetto.

Le controindicazioni

Ma anche in questo caso si sono registrati problemi di fitotossicità. Oppure di trattamento visto che non è facile raggiungere le uova. Spesso deposte fuori delle colture. Per limitarne l’impiego gli insetticidi vengono irrorati sul bordo dei frutteti o si sono sperimentate ‘trappole’ a feromoni. E impiego di reti tratte con insetticidi o applicazioni localizzate. Tecniche che sembrano funzionare nelle colture di una certa estensione, ma non sono applicabili negli appezzamenti piccoli e frammentati.

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