"lettere al direttore"

Brugnaro Bugiardo?

Gentile Direttore,
Le scrivo nuovamente dopo la mia precedente lettera, a cui lei ha risposto in “Brugnaro, Sindaco o uomo d’affari?” per dire ancora il resto di quello che va detto, di un sindaco, “Brugnaro el Busiaro”, a cui non frega nulla di Venezia e siede indegnamente sullo scranno di chi guida il comune ed il futuro dello stesso.
Si, a costui palesemente non frega nulla della città, e questo ormai non può non essere chiaro anche ai più increduli dei suoi elettori, che ingrosseranno le fila di quelli che con intelligenza ed autocritica, hanno capito l’errore fatto nello sceglierlo.


Oltre che ad aver dimostrato ancora di essere un bugiardo, come avevo già detto nella precedente lettera, facendo la somma del suo mandato fino ad ora, si evince che costui non è interessato al bene di Venezia e Mestre.

L’ultima sulla tassa di sbarco: soldi che verranno guadagnati tassando il turismo a Venezia, ma che palesemente non verranno usati per la stessa, ma per la terraferma: poco male si dirà, visto che Mestre e Marghera hanno bisogno di interventi di risanamento, checché ne dicano coloro i quali sono ciechi di fronte alla situazione, e questo perché le elezioni si vincono in Terraferma, dato il numero maggiore di abitanti (e votanti).

Il punto è che quei denari verranno indirizzati per opere di cui i cittadini di Mestre e Marghera non avranno bisogno, perché Mestre deve diventare terreno alberghiero (si registra un inizio di spopolamento di mestrini che vanno altrove) di B&B, di utilizzo al fine turistico per il pernottamento del turismo, soprattutto low-cost, a cui si da addirittura la colazione al sacco, che poi butteranno a Venezia, generando malumori sul soggetto “rifiuti e cestini”, e contribuendo ad una TARI disumana nelle quote.

Ma a lui sinceramente, cosa volete che importi di luoghi che non sono casa sua, e per i quali non subirà conseguenze sulla sua qualità di vita? Se gli importasse avrebbe sin da subito favorito le affittanze a scopo residenziale anziché turistico, avrebbe fatto commissioni straordinarie per trovare soldi a scopo di risanare e rendere agibili tutte le case sfitte del comune di Venezia, ed avrebbe favorito le famiglie di residenti già presenti, come le giovani coppie.
Ma siccome siamo ormai in campagna elettorale, e i suoi sgherri e sodali guardano i miei filmati dove parlavo esattamente di questa azione fondamentale, hanno adesso preso la brillante idea di dedicare 800.000 euro per risanare 25 appartamenti del comune.
Bene, ma questo viene fatto solo per campagna elettorale, e siamo ben distanti dai 30.000 abitanti in più che aveva promesso (con 25 appartamenti, potenzialmente possono risiedere solamente circa 80 persone).

Perché appunto siamo in campagna elettorale, e ben sappiamo quanto la gente ceda al non considerare perché si fanno le cose, ma affamata guarda il tozzo di pane, mentre si elogia chi te lo ha elargito come un salvatore: Ma il motivo per cui ti ha dato quel pane era per distrarti dalla sua cena di 6 portate più dolce! Il suo menefreghismo si nota anche con l’ultima sul Panevin: “non ho sentito proteste” dice lui. Deve essere difficile sentirle dai tuoi vicini di villa a Mogliano Veneto dove risiedi e vivi, ma appunto: che gli frega a lui di luoghi che non sono casa sua?

Ho scritto una canzone, dove parlo di tutto questo e che riassume la sua arroganza, il suo menefreghismo, le sue bugie, la sua bassezza ed il suo essere indegno del ruolo che ricopre, e l’ho intitolata in maniera appropriata: “No te ne ciava niente”.
Un collage di tutti i fatti e le dichiarazioni che lo coinvolgono, ed è tutta la verità, perché forse con una canzone, non si dimenticherà nel 2020, perché persone come lui non devono essere messe a capo del futuro della nostra città, del futuro nostro, e soprattutto, del futuro dei nostri figli.

Io voglio che Venezia e Mestre non vivano in ginocchio, e che non siano spremute come limoni a discapito di chi rende tali queste due città: i residenti che le popolano.
Perché chi difende persone che agiscono e parlano come lui, o non riesce a comprendere chi egli sia, o gli è volutamente complice.

Frank Duse

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