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Veleni nell’acqua, oltre 17mila veneti sotto controllo

Sono 17.605 le persone coinvolte nel Piano di sorveglianza sanitaria attivato dalla Regione Veneto in relazione all’inquinamento da Pfas. Per 13.856 di queste sono già disponibili tutti gli esiti (valori degli esami e risposte al questionario sugli stili di vita proposto). I soggetti già invitati sul totale delle persone da invitare sono il 39,8%; quelli che hanno aderito alla chiamata e si sono presentati alla visita sono il 60%. Al 27 giugno scorso sono 7.716 le persone alle quali è stato indicato di iniziare un percorso di approfondimento (di secondo livello) prenotando una visita presso l’ambulatorio internistico e quello cardiovascolare. Di questi, 750 si sono presentati per la visita internistica e 1.079 per quella cardiologica.

Tutti questi dati sono contenuti nel sesto Rapporto sull’andamento del Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a Pfas, diffuso ieri dalla Direzione Prevenzione della Regione che, in collaborazione con le Ulss e le strutture sanitarie interessate e messe gratuitamente a disposizione degli abitanti nei Comuni, suddivisi in Area Rossa A e Area Rossa B, sta proseguendo nell’attuazione del complesso Piano rivolto alla salute delle persone esposte all’inquinamento.

«La Regione – dice l’assessore alla Sanità Luca Coletto sta portando avanti un progetto straordinario doveroso, che costa fatica e denaro. Anche la magistratura sta facendo un duro e complesso lavoro, al termine del quale mi auguro si potranno individuare le responsabilità e applicare il sacrosanto principio del chi rompe paga, perché sarebbe iniquo che i costi per riparare i danni dovessero ricadere sulla collettività».

I tecnici regionali stanno monitorando le concentrazioni sieriche di 12 sostanze PFAS. Sinora si è notato che sono 4 i composti rinvenuti in più del 50% della popolazione monitorata: si tratta di PFOA, PFOS, PFHxS e PFNA. Le femmine presentano concentrazioni sieriche inferiori rispetto ai maschi. I dati, inoltre, confermano i criteri di classificazione delle Aree Rosse A e B, con valori maggiori nell’Area A per chi consumava ortaggi irrigati con acqua di pozzo rispetto all’Area B dove l’inquinamento aveva coinvolto la sola rete acquedottistica (messa in sicurezza con i filtri). Il colesterolo risulta essere il parametro con più valori fuori norma e tale percentuale aumenta all’aumentare dell’età.

C.C.

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