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Sempre più connessi e a tredici anni fumano già

«Non è accettabile lo sforzo di docenti e tecnici disprezzato da chi fa solo danni». È lo studio sui giovani maschi della Fondazione Foresta: sul web guardano siti porno e acquistano integratori. Impigliati in chat, dipendenti da social network, videogiochi,
smartphone, protagonisti passivi di vite parallele. In una società sempre più digitalizzata,
con genitori sempre più anziani (e spesso separati), con il web a fare la parte del maestro-padre anche nella sfera sessuale, il giovane maschio italiano è sempre più solo e meno preparato ad affrontare con serenità la propria crescita, soprattutto se presenta elementi problematici o patologici.

È questa la fotografia del “giovane maschio italiano” nella società fluida, risultato di oltre dieci anni di lavoro del Progetto Andrologico Permanente, sviluppato dalla Fondazione Foresta onlus presieduta dall’endocrinologo e andrologo dell’Università di Padova, Carlo Foresta. Poderosa l’indagine, basata su dati raccolti nella popolazione maschile dall’anno scolastico 2005-06 fino al 2016-17, oltre diecimila questionari anonimi compilati da altrettanti studenti dell’ultimo anno delle superiori. Contestualmente è stato somministrato in oltre trecento istituti superiori del Veneto (regione campione che efficacemente rappresenta l’universo giovanile italiano) un questionario, utile a valutare le caratteristiche soggettive relative agli stili di vita, e avere così uno spaccato epidemiologico.
Si è abbassata l’età della prima sigaretta ed è sempre più diffuso l’uso della marjiuana; fortunatamente abbassata la percentuale giovanile che dichiara di fare uso di ecstasy,
eroina e cocaina. Entrando nella sfera sessuale, i questionari evidenziano come internet sia la fonte primaria di informazione sulle tematiche sessuali, un aumento dell’orientamento
omosessuale, ma una incidenza maggiore dell’orientamento “fluido”. Contemporaneamente si è innalzata la percentuale dei giovani che si connette a siti pornografici. In questo scenario – spostandosi sul terreno delle patologie – risulta indicativo solo l’8,8% dei soggetti dichiarava nel 2005 di registrare dei disturbi della funzione sessuale mentre oggi i soggetti con disturbi dichiarati sono addirittura il 26%.

Famiglie sempre più spesso disgregate, genitori sempre più anziani, solitudine, uso compulsivo di pc, smartphone e tablet: tutto questo porta il giovane maschio diciottenne a non ritrovare più un proprio posto chiaro nel mondo.

Giuliana Lucca

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