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Piano sociosanitario: bocciato emendamento sul rischio sanitario da inquinanti

VENEZIA. Bocciato l’emendamento per la prevenzione del rischio sanitario da inquinanti: il caso Pfas non apre gli occhi della Regione. “La maggioranza continua a voltare le spalle quando si parla di Pfas e, più in generale, delle contaminazioni da inquinanti e le conseguenze sulla salute dei cittadini. Non è che i problemi si risolvono facendo finta di niente e, soprattutto, senza ascoltare le esigenze del territorio”, commenta così Cristina Guarda, consigliera della Lista AMP,  la bocciatura di un suo emendamento al Piano sociosanitario in discussione nell’aula di Palazzo Ferro Fini poco prima di Natale.

Un emendamento scritto con chi vive in prima persona le preoccupazioni sanitarie, anche dal punto di vista professionale, e che aveva due temi centrali: uno relativo specificatamente ai Pfas, per correggere le mancanze della gestione sanitaria messa in atto, e l’altro alla prevenzione sanitaria per evitare contaminazioni da inquinanti.

“Dobbiamo elaborare strategie per evitare gravi conseguenze, anziché essere travolti dalle emergenze come accaduto con i Pfas – continua la consigliera regionale – Invece, nonostante qualche timida e insufficiente apertura in Quinta commissione, è arrivato un ‘no’. È la conferma di come la maggioranza si voglia autoconvincere che quanto viene fatto basta e avanza”. 

E prosegue: “Con la mia proposta volevo rilevare tutti gli aspetti manchevoli nella presa in carico sanitaria e nell’attività relativa alla certificazione dei rischi sulla salute. Per quanto riguarda i Pfas, l’emendamento chiedeva, tra l’altro, di rafforzare le strategie di sanità pubblica per il contrasto alla contaminazione, avviando una valutazione epidemiologica più approfondita e ampliando il Piano di sorveglianza, con attenzione particolare alle donne in gravidanza e agli altri soggetti più a rischio, ad esempio gli adolescenti di sesso maschile per eventuali patologie, come riduzione della fertilità o tumore al testicolo”.

Serve anche l’accompagnamento alle future mamme perché non vengano lasciate ai propri dubbi: ad oggi sono molte le giovani preoccupate dei pfas, che si trasmettono anzitutto tramite cordone ombelicale e latte materno, per i rischi neonatali. E, ancora, si chiedevano interventi per attivare percorsi condivisi con i medici di medicina generale e i pediatri, gli unici che hanno in mano la situazione sanitaria del paziente e che potrebbero contribuire a una maggiore adesione dei cittadini al biomonitoraggio, visto che ci si lamenta della partecipazione insoddisfacente”. 

“In questo Piano – conclude la consigliera Guarda – sarebbe stato importante inserire un accenno, un’idea di strategia per affrontare il rischio sanitario derivante dagli inquinanti, iniziare una programmazione invece di farci trascinare, come al solito, dalla corrente delle emergenze. Con tutte le conseguenze che comporta”.

 Sara Zanferrari

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