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No-vax, pronti gli asili alternativi

Si stanno organizzando in forma clandestina. Quando il 10 marzo i loro bambini saranno esclusi da asili nido e scuole per l’infanzia se li porteranno a casa. Perché non è con le costrizioni poste dalla legge dei ministri Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli che i genitori no-vax intendono fare le dieci somministrazioni obbligatorie ai loro figli. Quindi li ritireranno dalle scuole ufficiali ed hanno già individuato spazi e modalità per accoglierli in asili alternativi. Luoghi, quindi, riservati a bambini non vaccinati. La loro è un’organizzazione quasi carbonara, si sa che questi asili ci saranno ma la loro collocazione è top secret. I genitori si sono organizzati in rete ed hanno già stipulato contratti d’affitto per gli spazi dove accogliere i piccoli.

«Saremo dei fuori legge e non sappiamo cosa lo Stato vorrà fare dei nostri figli» dice Tony Pagliuca, veneziano, tastierista e compositore storico de Le Orme che si era anche candidato nella lista Siamo, che voleva rappresentare il partito dei contrari ai vaccini in Parlamento, ma che poi è stata esclusa in entrambi i collegi di Veneto 1 e Veneto 2. Non vuol essere definito un no-vax perchè la sua è una posizione free-vax che significa «libertà di scelta e libertà di informazione» precisa. È uno dei pochi che esce allo scoperto con nome e cognome. «Chi ha deciso di non fare ai propri figli tutte le somministrazioni vaccinale si sta arrangiando come può – precisa Pagliuca – le famiglie si stanno organizzando quasi clandestinamente con alternative. Hanno paura, il terrore che lo Stato sta mettendo nelle nostre famiglie talvolta dividendole». Lui però intende andare avanti per la sua strada. «Mi assumo individualmente le mie responsabilità con lo Stato – dice – il 10 marzo porterò mio figlio a scuola e vediamo cosa succederà. Sarò da solo ad affrontare questa situazione, spaventato e disgustato».

Capire dove apriranno gli asili alternativi è quasi impossibile. Lo zoccolo duro nei no-vax è nel Vicentino, specie a Bassano del Grappa, e nell’area della Pedemontana. Ma ci sono dei gruppi anche a Treviso, con una concentrazione a Mogliano Veneto, e nel Veneziano, specie in Riviera del Brenta e nel Miranese. Nessuno vuole però parlare, nè uscire allo scoperto. Malgrado siano ancora tanti. L’ultimo Rapporto sull’attività vaccinale 2017, redatto dalla Direzione regionale prevenzione, evidenzia infatti come siano circa 29.000 i bimbi e gli adolescenti veneti che risultano inadempienti rispetto alla legge per la mancanza di una o più dosi. Si aggira invece intorno a 21.000 la quota di quelli che non hanno proprio intrapreso il cammino di vaccinazione. Di questi ultimi 8.500 hanno fra 1 e 6 anni. Quindi con qualche ritocco al ribasso – perché negli ultimi giorni qualcuno potrebbe aver preso appuntamenti con le aziende sanitarie – sono circa 8mila i bambini che dal 10 marzo saranno espulsi dagli asili. Gli over 6 anni sono invece 12.500, questi continueranno a frequentare elementari, medie e superiori, ma i loro genitori potrebbero essere chiamati a pagare una sanzione da 100 a 500 euro.

I partiti, alla viglia delle elezioni politiche, si giocano i voti anche sul fronte vaccini. Il Pd veneto – ma anche i vari sindaci da Marco Dori a Mira a Giovanni Manildo a Treviso – ha dichiarato che sono inutili revoche al 10 marzo. Diversa la posizione del sindaco vicentino Achille Variati, che aveva scritto alla Lorenzin affinché permettesse ai bambini di concludere l’anno scolastico, senza traumatiche interruzioni. Il ministro non si è spostata e ha invitato i sindaci, a partire dai pentastellati che avevano già annunciato di non escludere i bambini da scuola, di rispettare la legge. Intanto le simpatie dei no-vax si indirizzato alla Lega che in Veneto aveva fatto della volontarietà la strategia per indurre le famiglie a vaccinare i figli ed aveva chiesto una moratoria fino al 2019.

A.C.M.

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