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La città di Trieste con il Presidente del Porto

La notizia, in un certo senso, era nell’aria ma la sua ufficialità, arrivata il 4 giugno, è stata comunque una vera e propria bomba per la città di Trieste. E per tutto il sistema regionale. Zeno D’Agostino, il manager veronese voluto da Debora Serracchiani a capo del Porto di Trieste e particolarmente apprezzato anche dall’attuale Governatore del Fvg Massimiliano Fedriga per le sue indubbie capacità professionali, è stato dichiarato decaduto dalla presidenza dell’Autorità portuale triestina per effetto di una sentenza dell’Anac, l’autorità nazionale anticorruzione, datata ancora 16 marzo.

La città di Trieste si mobilita dopo la sentenza

Alla base della sentenza vi è l’incompatibilità con la carica di Presidente della Trieste Terminal Passeggeri, società che gestisce l’attività turistica e crocieristica, di cui il Porto di Trieste detiene il 40%, attribuita nel 2015 a D’Agostino. Carica che secondo l’Anac egli non avrebbe potuto ricoprire. Da ciò è stata pertanto rilevata la sua inconferibilità al vertice della Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. Un vero e proprio colpo di scena! Che ha immediatamente suscitato sia a Trieste che in tutta la regione reazioni e prese di posizione a sostegno di D’Agostino. Anche in relazione agli effetti che tale sentenza rischia di avere nell’attività. Che in poco più di quattro anni è stata tale da consentire al Porto di Trieste di essere attualmente il primo per traffico merci in Italia. E uno degli scali portuali più importanti a livello europeo.

Il sindaco della città di Trieste contro la sentenza

“Un atto folle” ha da subito commentato il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. Cui sono aggiunte le dichiarazioni altrettanto dure da parte dei colleghi di Gorizia e Monfalcone, Rodolfo Ziberna e Anna Cisint. Anche se le reazioni più forti sono state quelle degli oltre cento lavoratori del porto. Che hanno intrapreso una mobilitazione generale a sostegno di D’Agostino Attraverso i rappresentanti sindacali del settore, avvisano che “la mobilitazione non rientrerà fino a quando la vicenda non avrà una conclusione positiva”.

Il presidio però è rientrato nella serata di sabato dopo che lo stesso D’Agostino si è presentato tra i lavoratori (presente anche il Sindaco Dipiazza) sostenendo che ” dopo la fase dell’indignazione ora dobbiamo passare alla fase successiva perchè sarà una battaglia lunga legale e bisogna restare lucidi e uniti“. “Ora – ha poi aggiunto – serve la testa. Abbiamo fatto vedere che questo porto cresce e funziona, e bisogna esserne orgogliosi”.

Le paure

Il timore,in un primo momento, era che tutti gli atti firmati da D’Agostino sin dal suo insediamento potessero essere considerati nulli. Ma tale ipotesi è stata ben presto smentita sia dall’Anac che dal Ministero delle Infrastrutture. La stessa ministro Paola De Micheli ha ufficializzato un paio di giorni dopo, la nomina a commissario straordinario del Segretario Generale del Porto Mario Sommariva. Il quale, esprimendo solidarietà e stima a D’Agostino, ha affermato che “tale ’incarico ha lo scopo di assicurare stabilità e continuità per il tempo strettamente necessario al pieno ripristino degli organi di vertice. Che auspico avvenga nel più breve tempo possibile. Il porto è motore economico della città e non si può fermare”.

Città di Trieste e ricorso al Tar?

Una nomina che dovrebbe essere, questo quanto meno l’auspicio, una sorta di “commissariamento ponte”. Nella speranza che la richiesta della sospensiva avanzata nel ricorso presentato dal diretto interessato, con il sostegno dell’Autorità Portuale, avanti al Tar del Lazio possa essere accolta. Numerosi comunque gli attestati che sono giunti in modo peraltro trasversale a D’Agostino. Mentre l’ex senatore Pd e attuale vice presidente del Consiglio regionale Francesco Russo, la cui voce è stata la prima a sollevarsi in modo indignato rispetto alla decisione dell’Anac, ha avviato una petizione online. “Chi vuole bene a Trieste difende il Presidente D’Agostino” che nel giro di 24 ore ha superato le 5 mila firme.

“E’ la dimostrazione – ha rilevato lo stesso Russo – della stima di cui gode in Città, e non solo, Zeno D’Agostino. Con il quale personalmente da parlamentare ho lavorato attivamente su progetti di sviluppo per la portualità triestina e per l’economia di Trieste. Il successo della petizione – ha sottolinea Russo – dimostra da un lato la stima non solo degli addetti ai lavori ma di una città intera verso una persona che ha lavorato con professionalità e passione per il bene comune. E dall’altro l’orgoglio di Trieste che sa di essere una città speciale, consapevole delle proprie potenzialità, che vuole pensare, e pensarsi, in grande”.

Chi c’è dietro la sentenza?

Resta ora da capire chi abbia avviato a suo tempo l’esposto da cui ha preso il via l’indagine della Guardia di Finanza. Che è poi finita nelle mani dell’Anac che, peraltro, in una nota riportata dall’Ansa Fvg, ha precisato che “non si tratta di una decisione politica”. Anche se lo stesso D’Agostino, pur senza fare alcun tipo di illazione particolare, ha fatto intendere che qualche “soffiata” ci sarebbe stata.

“Se c’è qualcuno, adesso è in poltrona ed è tranquillo – ha affermato D’Agostino parlando davanti ai portuali -. Perché lui lo sa, sfogatevi che dopo tanto arriva il momento ed è là che dovremo aspettare certi signori. Quando pensano che la rabbia ormai sia passata. E per esserci in quel momento lì, vuol dire che bisogna passare dalla pancia alla testa. La testa serve adesso perché questo porto ha lavorato finora perchè ci ha messo la testa. Al contrario di quello che pensano altri, che credono che in questo porto le persone non servano a nulla. Qua si è dimostrato il contrario di quello che ci insegnano gli altri: abbiamo dimostrato che questo porto funzione e la gente ne è orgogliosa”.

La città di Trieste e uno strano allontanamento

Una vicenda, quindi, dai contorni ancora tutti da decifrare e forse non bastano le attestazioni trasversali giunte al manager veronese per smentire la stessa Anac. Rispetto al fatto che ci possa essere non solo una componente burocratica ma anche politica al di sotto della vicenda. Singolare, ad esempio, che la Regione non sia uscita con alcun comunicato a commento dell’accaduto. E che Forza Italia, pur manifestando solidarietà nei confronti di D’Agostino, abbia comunque criticato i legami instaurati con il mondo cinese.

Chi è D’Agostino

D’Agostino, 52 anni, ha un curriculum tutto dedicato all’economia del mare. Tra consulenze, docenze e, dal 2017 al 2019, la presidenza di Assoporti, l’associazione che riunisce tutti i porti italiani. E’ considerato unanimemente un ottimo manager. Ma non è escluso che si sta comunque trovato sulla sua strada qualche nemico. Cui forse ha dato fastidio la sua “popolarità” (peraltro confermato dal “polverone” che ha suscitato la sentenza Anac). E che, essendo a conoscenza del “cavillo” oggetto dell’esposto ha deciso di lanciargli una bomba sulla scrivania. Una partita, comunque, del tutto ancora aperta e che di certo riserverà ulteriori sorprese.

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