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Ciclismo, nuove frontiere in Polesine: la situazione è “gravel”

Rovigo. Già vi avevamo raccontato del paradiso invernale polesano dei bikers, la pineta di Rosolina Mare. Ma ora dimenticate preparatori atletici, gel energetici, telai superleggeri e spirito agonistico. Negli ultimi anni, infatti, il concetto “gravel”, nuova frontiera del ciclismo, si è sviluppato oltre le aspettative e ha coinvolto sempre più appassionati in tutta Europa. E proprio il Polesine sembra il luogo che, per le sue caratteristiche geografiche e morfologiche, per i suoi argini e strade bianche, pare più adatto all’utilizzo della bici gravel. E con l’arrivo della primavera la situazione non può che essere davvero “gravel”…

Cos’è una bici gravel?

“Gravel” è una parola inglese che vuol dire “ghiaia”, “terriccio”.  La bici gravel, in poche parole, è una sorta di fusione tra la mountain bike e la bici da corsa. Ma è anche un mezzo che discende direttamente dalle biciclette usate da Ganna, Girardengo e Guerra per fare la storia del ciclismo, in un periodo in cui le strade non erano asfaltate e le biciclette erano costruite per resistere a tutto.

Questo tipo di bici è nata negli States. Un territorio sconfinato, dove circa il 40% delle strade carrozzabili sono strade bianche. E così gli ingegneri usa hanno adattato le bici da ciclocross a queste sconfinate “gravel road” e le hanno rese più comode per poter percorrere più chilometri in maggiore comfort.

La bici gravel ha un telaio da corsa non troppo estremo, con una geometria comoda e un manubrio ricurvo per permettere al ciclista di stare molte ore in sella. I freni sono a disco, le ruote hanno un diametro di 28” come quelle da corsa ma i copertoni sono maggiorati – larghi circa 2 cm – per garantire un ottimo grip nello sterrato.

La bici ideale per viaggiare

Spesso il “gravelleur” viaggia anche per più settimane in sella alla sua bici,
portando con sé solo il minimo indispensabile in alcune borse attaccate al
telaio, al manubrio e alla sella. È un modo di viaggiare semplice, con pochi
bagagli e senza portapacchi: il minimalismo puro per partire alla scoperta
della natura, che prende il nome di “bike
packing
”.

Di certo, l’esempio migliore di questo modo di viaggiare e interpretare la vita è Dino Lanzaretti, viaggiatore estremo originario di Santorso, che proprio a Rovigo ha recentemente acquistato la sua ultima bici gravel con l’obiettivo di attraversare la Terra del Fuoco. Fra i suoi innumerevoli viaggi in bicicletta l’Africa, il Tibet, la Siberia in inverno.

L’atmosfera gravel

È chiaro: se inforcate una bici gravel, dovete lasciare da parte l’ansia da prestazione e lo spirito agonistico. Chi pedala su una gravel non sta facendo una gara. Il motto del gravelleur potrebbe essere “far, not fast”. Ci si ferma spesso a mangiare un panino e bere una birra, si pedala in compagnia per andare lontano, senza guardare i tempi o le classifiche.

Per alcuni il gravel è solo la moda del momento, per altri un vero e proprio stile di vita. Un modo di pedalare che porta con sé il fascino della scoperta dell’ambiente e del turismo sostenibile, lontano dal traffico.

I prossimi appuntamenti gravel in Polesine

Ed ecco che, grazie alla moda
USA, anche in Italia stanno nascendo tanti appuntamenti in stile bike packing. Uno dei più attesi il Veneto Trail, 600 km lungo le B-roads
del Veneto da percorrere con le bici gravel.

Ma proprio il Polesine, terra dove la passione per il ciclismo è molto forte, per le sue caratteristiche geografiche si presta ad essere scoperta e vissuta con una bici Gravel. Chilometri e chilometri di argini e strade bianche lungo i più grandi fiumi del Veneto, come il Po e l’Adige.

In Polesine il prossimo appuntamento gravel arriverà domenica 24 marzo, con La Ghiaia – IV edizione: una randonné, con partenza libera, che da Abano Terme percorrerà tutta la Bassa Padovana e il Polesine, con arrivo nella località di Isola Verde e ritorno alle pendici dei Colli Euganei. Due percorsi, 150 o 240 km, da percorrere in compagnia, all’insegna del divertimento e dell’atmosfera “easy going” tipica della filosofia gravel.

Che l’avventura gravel abbia
inizio!

Pierfrancesco Divolo

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