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Referendum, protesta sul Ponte?

«Il voto è un dovere, si farà». Così hanno risposto i Comitati per il SI l’altro giorno con una manifestazione sul ponte della Libertà. Si sa, la speranza è l’ultima a morire ma per gli autonomisti ancora di più. Il parere dell’Avvocatura regionale, invocato dal presidente Luca Zaia darà esito negativo ad abbinare le due consultazioni, quella per l’autonomia del Veneto – convocata appunto il 22 ottobre – e quella per la divisione amministrativa. «Il Consiglio regionale ha deciso che il referendum si farà», dice il primo firmatario della proposta di legge Marco Sitran, «dunque il presidente della giunta Zaia ha il dovere di convocarlo entro la fine della legislatura, cioè il 2019». Sitran annuncia anche manifestazioni clamorose sul ponte della Libertà.

«Spiegheremo al mondo che Venezia è laguna e non terraferma», dice, «e che Mestre non può essere considerata frazione di Venezia pur avendo il quadruplo dei suoi abitanti». Sitran denuncia il pressing asfissiante di Brugnaro, del Pd e di Forza Italia, che porterà a uno slittamento del referendum e allo spreco di soldi pubblici. «Purtroppo», conclude, «Venezia non pesa politicamente per il numero esiguo dei suoi abitanti. E la coalizione pro referendum che aveva ottenuto il 14 per cento dei voti alle comunali 2015 si è sfaldata il giorno dopo l’elezione del sindaco Brugnaro».

Duri anche i comitati per il sì. «Indire il referendum non è una facoltà ma un dovere del presidente della giunta regionale», scrivono il portavoce del coordinamento per il Sì Debora Esposti e Cesare Peris, «Ci aspettiamo di conoscere con urgenza e comunque prima del 22 ottobre la data del referendum Venezia-Mestre. Siamo molto amareggiati che a livello regionale sembra non si consenta l’accorpamento. Come non è stato voluto quello del Veneto che Zaia giustamente aveva chiesto, dicendo di volersi distinguere in questo dal livello nazionale di governo. L’accorpamento, ancora per pochi giorni possibile, sarebbe un atto di buona volontà. E soprattutto si risparmio di di denaro pubblico, già chiesto da 16 associazioni, due presidenti di Municipalità, un ex sindaco».

I comitati ricordano anche che l’accordo elettorale con la Lega prevedeva proprio tra le priorità lo svolgersi della consultazione. «Il nostro referendum era nero su bianco nel programma per Zaia presidente», continuano i due rappresentanti autonomisti, «siamo fiduciosi che la Regione non vorrà seguire il cattivo esempio della sistematica violazione dei patti e delle promesse elettorali da parte di alcuni politici del nostro Comune». Comune che con il sindaco Brugnaro ha intanto pendente al Tar un ricorso sull’illegittimità del referendum.

A.C.M.

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