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In Fvg dopo la pausa ferragostana al via le grandi manovre

Ferragosto, politica mia non ti conosco !!!!! In Fvg è stato, tutto sommato, così anche se nei vari partiti e schieramenti si stanno comunque scaldando i motori in vista della corsa che ormai tra poco inizierà in vista delle elezioni regionali della prossima primavera. Pochi mesi per poi sapere se al centrosinistra riuscirà l’impresa di bissare il successo del 2013 o se piuttosto il centrodestra tornerà a prendersi il bastone del comando dopo averlo ceduto malamente e per una manciata di voti all’allora enfant prodige del Pd Debora Serracchiani.

Una figura, quella dell’esponente Dem, che è politicamente cresciuta in questi anni, riuscendo anche a ritagliarsi un ruolo di prestigio in ambito nazionale come vice di Matteo Renzi (anche se, dopo il “ribaltone” fatto a seguito delle sue vittoriose primarie dal segretario Pd ora le è rimasto unicamente un posto all’interno della segreteria senza ruoli specifici), e che ora, non a caso, sta riflettendo su quale ruolo potersi giocare.

Ovvero rimanere in regione e guidare ancora il centrosinistra o piuttosto ritagliarsi uno spazio parlamentare con la speranza, nel caso di un successo alle politiche della coalizione, di occupare una casella nel mosaico governativo.

Lei, che aveva annunciato una sua decisione per fine luglio, ha però preso ancora un pò di tempo prima di fare chiarezza al riguardo, vale a dire “alcune settimane dopodichè scioglierò ogni riserva” ha dichiarato aggiungendo nello stesso tempo che “il Pd è in grado di esprimere comunque candidati validi e in grado di guidare la regione “.

Certo è che se il primo pensiero è andato a Sergio Bolzonello, attuale vice presidente della regione, ancorchè non in grande “feeling” con la presidente soprattutto dopo la recente questione della doppia Cciaa, scelta che pur non imputabile direttamente a scelte regionali di certo ha penalizzato fortemente l’ex sindaco di Pordenone (che rimane, comunque, pur sempre il primo nome alternativo nel centrosinistra a quello di Debora Serracchiani), ad uscire ufficialmente allo scoperto è stato Cristiano Shaurli, udinese, attuale assessore regionale all’agricoltura, il quale, pur con prudenze e cautela, dichiarandosi “contrario ad autocandidature”, si è detto “pronto nel caso dovessi essere utile alla coalizione”.

D’altro canto non è un mistero che quello di Shaurli era ed è un nome che circola da tempo, sostenuto soprattutto dall’ala più diessina del Pd che non vedrebbe con gran favore una candidatura targata Bolzonello, renziano della prima ora, il cui difetto, visto da sinistra, sarebbe quello di essere troppo “centrista” stante le sue origini liberali, e, di contro, il pregio potrebbe essere quello invece di poter “pescare” sul bacino dell’area di centro, peraltro tanto cara anche a Riccardo Riccardi, candidato in pectore con targa Forza Italia, forte dei suoi trascorsi giovanili democristiani, prima di strizzare l’occhio, dopo la scomparsa dello scudocrociato, ad Alleanza Nazionale.

Certo che una “sfida” Bolzonello – Riccardi potrebbe essere, oltre che molto probabile, ricca di grandi incertezze, tenuto conto dell’estrazione moderata di entrambi, delle altrettanto capacità amministrative da loro dimostrate negli anni, rendendo così di difficile lettura il possibile esito finale, pur tenendo conto che attualmente il centrodestra unito (soprattutto se la Lega Nord non punterà i piedi per la scelta del triestino Massimiliano Fedriga che difficilmente potrebbe spuntarla dato che finora l’unico triestino a riuscirci è stato Riccardo Illy, ma in un contesto completamente diverso, anche personale, e chissà che proprio l’imprenditore del caffè non pensi, come si sussurra, a ritornare sulla scena) è dato nei sondaggi largamente in testa.

Peraltro c’è chi sostiene che solo una ricandidatura di Debora Serracchiani potrebbe tenere unito invece il centrosinistra (pur con qualche mal di pancia) mentre se ciò non dovesse accadere si aprirebbero le porte ad una vera e propria “guerra al napalm”, considerato che ai già citati Bolzonello e Shaurli, potrebbero andare ad aggiungersi anche i nomi dell’attuale presidente del consiglio regionale Franco Iacop (che, a dire il vero, aspirerebbe di più ad un seggio parlamentare), del rettore dell’università di Udine Alberto De Toni, del sindaco del capoluogo udinese Furio Honsell, essendo alla fine del doppio mandato in coincidenza con le elezioni regionali, e, perchè no?, del senatore Francesco Russo, che però, a dire il vero, non ha mai fatto emergere una possibile ipotesi, almeno ufficialmente.

In tutto questo scenario l’incognita più rilevante rimase sempre quella legata al ruolo che potrà avere il Movimento 5 Stelle che finora è rimasto completamente ai margini e che non pare avere candidati di spicco da poter opporre, anche se l’elettorato grillino non pare possa essere condizionato da questo se non, piuttosto, da altri elementi, ancorchè in una regione come il Fvg l’esperienza di scelte fatte basate più su logiche nazionali che regionali (il caso della candidatura di Alessandra Guerra nel 2003 decisa a Roma contrapposta a quella di Renzo Tondo proposta in regione che poi fu fatale al centrodestra è emblematico in questo senso) non sempre porta ad esiti positivi.

Peraltro la legge elettorale regionale fa sì che tra i vari candidati alla presidenza ad entrare in consiglio siano soltanto il vincitore e il primo dei perdenti, e anche questo non è certamente un elemento da sottovalutare per le scelte che ogni coalizione o lista andrà a fare.

Lucio Leonardelli

 

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