Coltivavano marijuana sul tetto della scuola materna, due giovani in manette
CASELLE DI SANTA MARIA DI SALA. I carabinieri della stazione di Mirano hanno tratto in arresto nella nottata del 24 agosto 2017 Cristiano Coccolini, classe 1999 e Boris Prodan, moldavo vicino di casa, classe 1997, per il reato di coltivazione e produzione di stupefacenti.
I carabinieri, grazie ad una costante attività di monitoraggio del territorio, con particolare attenzione alle frazioni isolate dell’ampia giurisdizione del miranese, hanno raccolto diverse segnalazioni circa degli strani movimenti attorno all’edificio che ospita la Scuola materna “Maria Bambina” di Caselle.
I militari non hanno sottovalutato la stranezza della segnalazione che indicava in particolare il tetto dell’edificio – al quale si può accedere “agevolmente” da una bassa tettoria – come meta di strani pellegrinaggi in giorni e orari di assenza degli scolari.
Una prima verifica, tesa proprio a riscontrare la veridicità della segnalazione, sorprende perfino i carabinieri: sul tetto della scuola stazionano una ventina di piante con le foglie di forma inconfondibile: si tratta di cannabis. I militari, certi di poter sorprendere gli improvvisati coltivatori diretti, mettono in opera un dispositivo di monitoraggio continuo dell’edificio, che proprio in tardissima serata di ieri ha dato i suoi frutti.
Nello specifico il controllo è scattato con il favore delle tenebre a cavallo nella notte di giovedì, quando i militari in borghese appostati vedono arrivare una coppia di giovani che entra furtivamente nel cortile della scuola, si arrampica sulla tettoia e raggiunge il tetto dell’edificio dove sono posizionate le piante, a modo di serra a completa insaputa della direzione dell’asilo.
Ai due viene intimato l’alt in una cornice di massima sicurezza, grazie alla quale viene stroncato l’effimero tentativo di fuga dei giovani “coltivatori”. I carabinieri, fermati e posti in sicurezza i due che erano costretti ad ammettere le proprie colpe, decidevano di approfondire il controllo e le successive perquisizioni domiciliari permettevano di rinvenire a casa dell’italiano fertilizzanti, tutta l’attrezzatura per la coltivazione ed i contenitori per una lunga conservazione dell’”erba” e successivo smercio. Veniva anche trovata una discreta somma di denaro, circa 350 euro, indice che l’attività era ormai avviata.
Per la coppia scattavano quindi le manette, in attesa della direttissima. Droga e materiale sono stati naturalmente sequestrati e sono in corso accertamenti sulla destinazione dello stupefacente e su possibili suoi complici nell’illecita attività di spaccio.