Si continua a cercare il giovane architetto padovano Luca scomparso in Burkina Faso a metà dicembre
VIGONZA. “Volevano vedere il mondo nella sua parte più vera. Non erano sprovveduti, sapevano dove andavano”. Così comincia a raccontare l’accaduto Nunzio Tacchetto, ex sindaco di Vigonza (PD) e papà di Luca, scomparso assieme all’amica canadese Edith Blais 3 settimane fa in Burkina Faso mentre si dirigevano verso il Togo, meta finale di un viaggio lungo quasi 10.000 chilometri. Partiti da via Luganega a bordo della Megane Scenic di Luca lo scorso 20 novembre, il giorno immediatamente successivo al suo trentesimo compleanno, erano ormai quasi giunti alla meta il 15 dicembre, ultimo giorno di cui si hanno loro notizie dirette, quando si sono come volatilizzati.
I primi giorni non si sono preoccupati i genitori nel non sentirlo, era normale e plausibile in un paese come il Burkina Faso dove le comunicazioni non sono ovunque agevoli, anzi. Trascorsa una settimana però la preoccupazione è diventata man mano più forte e così Nunzio e Rosanna si sono rivolti alle autorità per dare il via alle ricerche: fatta la denuncia ai carabinieri, questi hanno allertato la Farnesina e l’Unità di Crisi, a cui i genitori hanno fatto avere qualunque informazione, foto, video, avessero in loro possesso e con cui sono in constante contatto. Sono stati raggiunti anche dall’Ambasciata del Burkina, situata in Costa d’Avorio. La macchina delle ricerche è avviata ed ora non resta che aspettare, mentre il territorio padovano e veneziano si stringe nella preoccupazione attorno alla famiglia.
Un viaggio ben pianificato, non una partenza allo sbaraglio, preparato per mesi, pensato, studiato. E desiderato. Stavano seguendo un percorso che Mark, un ragazzo tedesco sposato a una togolese, amico dei due, fa circa 3 o 4 volte all’anno, e di cui aveva fornito tutte le coordinate e le indicazioni da seguire per non correre rischi. Un viaggio non di avventura per rimirare le bellezze dell’Africa più nera (ma anche la più povera, non dimentichiamolo) ma per raggiungere un altro amico franco-togolese che lavorava ad un progetto di costruzione di villaggi con il Project Zion’Gaia. Luca aveva dato disponibilità a lavorare assieme all’amico per un paio di mesi, e assieme a Edith avevano deciso di approfittare per vedere “l’Africa più vera”, quella che hanno poi incontrato lungo la strada per raggiungerlo. L’Africa povera, quella lontana dalle coordinate dei turisti, dove il cielo è lo stesso dei safari turistici del Kenia, le stelle, le grandi acacie, ma la povertà quella no, la realtà molto più reale. Luca ed Edith hanno voluto vederla, e forse hanno un po’ rischiato, sebbene consapevolmente.
Lungo la strada i giovani hanno approfittato per incontrare amici incontrati da Luca durante il suo anno di Erasmus in Francia a Grenoble, amici in Spagna, in Marocco e poi via via passato lo stretto di Gibilterra nei vari paesi dell’Africa, il Mali, il Burkina Faso. Da qui erano diretti verso la capitale per ottenere i visti per il Togo, procedura che andava fatta in ogni paese che hanno attraversato. Qui si sono persi i contatti. Invece che farsi sentire ogni paio di giorni, come più o meno avveniva, i giorni hanno iniziato a passare, uno dopo l’altro, senza che i ragazzi dessero più un segno.
Adesso che l’allarme è stato dato stanno arrivando segnalazioni da più parti, che vanno ovviamente verificate per cercare di capirne l’attendibilità.
Fonti abbastanza sicure li avrebbero visti il 17 andare verso la località turistica di Banfora. Altre, che però sono da verificare, li darebbero in capitale il 21 dicembre.
La famiglia sta accettando il “tornado” mediatico che li sta investendo nella speranza che questo possa servire ad individuare Luca ed Edith. “Stiamo divulgando le foto attraverso anche dei canali web di informazione locali. Speriamo serva a trovarli”, spiega la madre Rosanna.
Certo è che sono ore davvero difficili per la famiglia. Molte le testimonianze di vicinanza continue ai genitori, che coraggiosamente giorno dopo giorno non perdono le speranze di ricevere presto una bella notizia.
Sara Zanferrari