Leva obbligatoria, il Veneto in prima linea
Ripristinare un periodo di leva obbligatorio, civile o militare, di otto mesi: il Veneto ci sta pensando da tempo, al punto che già nel giugno scorso aveva approvato a maggioranza una proposta di legge statale di iniziativa del Consiglio regionale.
Tra le maggiori fautrici dell’idea vi è l’assessore veneta all’istruzione e al lavoro Elena Donazzan di Forza Italia. “Mai come ora – spiega – i giovani italiani hanno la necessità di riappropriarsi di un senso di appartenenza alla nazione, che porti alla formazione di cittadini più consapevoli, responsabili e socialmente impegnati”.
Il testo di iniziativa del Veneto prevede che la scelta tra servizio civile o militare, valida sia per gli uomini che per le donne, potrà essere fatta prima dello svolgimento del servizio e dovrà essere svolta tra la maggiore età e il compimento dei 28 anni. Il servizio sarà effettuato nel territorio della propria regione.
“Il servizio militare ha portato alla formazione di cittadini più consapevoli – dice Donazzan – tanto che gran parte del sistema di Protezione civile, vanto nazionale e unicum nel quadro europeo, poggia su uomini che hanno avuto l’occasione di sperimentare il servizio militare”. Questo senso del dovere, rileva l’assessore, si traduce in Veneto “nel sistema più organizzato e numeroso d’Italia di volontariato, frutto proprio di quella educazione al rispetto, alla disciplina e al dovere respirate nel servizio militare”. Donazzan ha anche già pensato all’aspetto economico della questione.
“Si può ragionare sull’eventuale utilizzo di risorse legate al Fondo Sociale Europeo – conclude – . Le risorse Fse sono, infatti, già riservate al servizio civile e potrebbero essere usate per sostenere alcune spese legate alla reintroduzione di un servizio civile nelle forze armate. Anche le Regioni potrebbero così fare la propria parte”.
N.S.