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Alla Lanzarin una super delega

Il neo assessore

A vederla sembra gracile e indifesa, ma a 47 anni Manuela Lanzarin, vicentina e prediletta di Zaia che ne apprezza la tenacia silenziosa, diventa l’assessore-pigliatutto della Regione. Perché ora, alla delega ai Servizi sociali che detiene dal 2015, la leghista di Bassano del Grappa abbina quella alla Sanità, vacante dopo la nomina del precedessore Luca Coletto a sottosegretario alla Salute del gabinetto Conte; nelle sue mani, così, è concentrata la responsabilità dell’intero welfare veneto, dotato  di un budget complessivo che sfiora i 10 miliardi, il 65% dell’intero bilancio di Palazzo Balbi.

Gli incontri

Una decisione, quella di Luca Zaia, che riducendo da 10 a 9 il numero di assessori ha scongiurato “scintille” di campanile tra le cordate rivali della maggioranza. Al momento, almeno; perché la prossima redistribuzione della miriade di competenze “accessorie” della prescelta – incluse Edilizia residenziale pubblica, Flussi migratori, Veneti nel mondo ed Edilizia di culto – potrebbe risvegliare qualche appetito: Federico Caner (Turismo) e Cristiano Corazzari (Cultura) gli assessori in pole per l’eredità. Ricevuto l’incarico, Lanzarin ha avuto un primo incontro con i direttori generali di Ulss, Aziende-Università e Iov. A spalleggiarla nell’occasione, il top manager dell’Area sanità e sociale, Domenico Mantoan, apparso molto lieto della scelta.

Le riforme

Lei non simula sorpresa (la notizia era annunciata da settimane) e sfoglia già l’agenda: «Il mio programma? Portare a compimento le riforme e gli atti legislativi più rilevanti approvati nella legislatura: la fusione su base provinciale delle Ulss, la nuova governance di Azienda Zero, il piano socio-sanitario 2019-2023. Vorrei che la mia esperienza personale favorisse l’osmosi e la visione d’insieme tra i due poli del welfare: centralità della persona e “umanizzazione” delle cure in sanità; valutazione rigorosa delle prestazioni e dei costi nel sociale».

Esclusi Tagli

Tagli e chiusure in vista nel circuito ospedaliero? «Assolutamente no, in Veneto la cura dimagrante c’è già stata. Anzi, siamo impegnati nella grande sfida del nuovo policnico di Padova. Certo, in fase di definizione delle “schede” dovremo ottimizzare le risorse disponibili, agendo su posti e letto e apicalità. Le priorità? Accorciare i tempi d’attesa dei pazienti, rafforzare l’apertura serale degli ospedali per la diagnostica, garantire un’attenzione sempre più mirata alla cronicità, alla non autosufficienza ed alle fragilità diffuse». Non sarà un compito agevole alla luce della scarsità di medici e infermieri. «Il disagio è grave e richiede soluzioni rapide su base nazionale, a cominciare dal superamento del numero chiuso a Medicina e dalla riforma dell’accesso alla specialità post laurea. Da parte nostra stiamo accelerando sul versante dei concorsi e delle borse di studio, ci conforta molto che al ministero vi sia il “nostro” Coletto che ben conosce la situazione» .

A.M.U.

 

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