Un video post sull’autonomia scatena il popolo del web
É da poco apparso sui social media, ma sta già facendo il giro del web. Si tratta di un post di Vincenzo Lovino che lancia una campagna a favore dell’autonomia veneta. Nel video, il celebre presentatore televisivo sventola la tessera referendaria con la quale ha votato al referendum del 2017. In sostanza Lovino parte dalla notizia del rinvio a fine anno per l’attuazione dell’autonomia.
In effetti questi continui rinvii sono molto frustranti per i cittadini veneti, che hanno espresso un loro diritto costituzionale tramite gli strumenti previsti dalla legge, ossia il referendum. Non si capisce perché il Governo stia prorogando all’infinito questa approvazione, che per come stanno le cose al momento attuale potrebbe anche non giungere mai.
Il video post sull’autonomia
Ecco il testo originale del post:
FATELO ANCHE VOI!
Io sto già dando il mio contributo personale all’autonomia del Veneto con la trasmissione Insieme Idee e Persone – Mi so Veneto”. La notizia di questi giorni è che tutto sarà rinviato a fine anno. Bisogna far sentire forte la propria voce e io ho deciso di farlo con questo video che invio a Salvini e Zaia taggandoli nelle loro pagine.
FATELO ANCHE VOI!
Una maniera civile e corretta di far sentire la propria voce.
VOGLIO L’AUTONOMIA, MI SO VENETO! @Matteo Salvini @Luca Zaia
L’appello quindi è quello di mobilitarsi per far sapere a chi di dovere che i veneti non accetteranno un rifiuto e nemmeno un’ulteriore proroga. Insomma, è un richiamo ai politici a fare il loro dovere.
In poche ore il post ha avuto una grandissima diffusione, rimbalzando da una pagina Facebook all’altra e generando migliaia di visualizzazioni. Molti anche i commenti a supporto dell’iniziativa. Tra i commenti si possono trovare sia parole dure nei confronti della classe politica, sia pensieri più pessimisti. In molti infatti non credono affatto che l’autonomia verrà realizzata.
Un nuovo modo di dimostrare il dissenso
Siamo comunque in presenza di un nuovo tipo di manifestazione pubblica. Il dissenso si sposta dalle piazze fisiche a quelle virtuali. Il punto di forza di questo meccanismo è il riuscire a raggiungere un’incredibile numero di persone in pochissimo tempo. E anche così si possono cambiare le cose.