Il Veneto cerca di tornare alla piena normalità
Per la Presidente Casellati, l’Italia è stata devastata dal maltempo ma sulle montagne venete si è scatenata l’Apocalisse. Per il governatore Zaia i danni superano il miliardo di euro, senza contare i boschi devastati. Il governo ha stanziato un primo acconto di 58 milioni per 10 regioni. Dove vanno trovati i soldi per mettere in sicurezza il territorio?
«Ho verificato di persona quale sia l’entità e la drammaticità della situazione. E’ un territorio che conosco bene e che frequento: ecco, per me è stato un colpo al cuore. I danni sono ingenti, credo che la stima del Governatore Zaia, insieme al quale abbiamo effettuato un sopralluogo nel Bellunese, sia assolutamente realistica. Dico subito che occorre fare tutto quanto necessario per fronteggiare l’emergenza e ristorare i danni riportati dalla popolazione e dall’economia, varando eventualmente anche politiche fiscali di detassazione a supporto. Boschi, infrastrutture, case, imprese: qui c’è un territorio ferito che deve essere sostenuto, come stanno facendo le banche che hanno sospeso le rate dei finanziamenti e l’Enel che ha interrotto la fatturazione delle bollette. Ci sono poi i cittadini, le aziende e tutti coloro che in questi giorni hanno ancora una volta dimostrato solidarietà e generosità con donazioni, raccolte fondi e tanti gesti concreti. Ma la messa in sicurezza del territorio è un’altra partita e al di là dei primi stanziamenti per gli interventi emergenziali, c’è bisogno di mettere a disposizione della Regione Veneto i fondi necessari senza perdere neanche un minuto».
E’ chiaro che servono procedure snelle per appaltare i lavori con la massima urgenza e la Casellati snocciola la sua proposta: «Su questo è da tempo che porto avanti una battaglia per sensibilizzare tutte le forze politiche. Ci vogliono le stesse regole semplici e veloci che presiedono alla fase dell’emergenza, quindi va superato il codice degli appalti. Bisogna che il formalismo ceda il passo alla logica del risultato. Sono felice che anche il Presidente della Repubblica Mattarella si sia espresso in questi termini. Non si può più scherzare con il vissuto delle persone, con l’identità delle case e del paesaggio che ne accompagna lo sguardo nella vita quotidiana. Lo ripeto sempre: da questa inaccettabile “distrazione” è nato il distacco della politica dai nostri cittadini».
In Veneto per molti i 15 milioni sono davvero una goccia nel mare. «Qui c’è un popolo veneto, la nostra gente, che è davvero encomiabile, non piange, lavora, si dà da fare. Ma questo non può e non deve essere un alibi perché non ci siano poi sussidi forti da parte dello Stato. Io devo dire che ringrazio di cuore tutti quelli che hanno soccorso questo territorio, dai vigili del fuoco ai carabinieri, a tutte le forze dell’ordine, ai volontari. Il Veneto è terra generosa e i cittadini si sono dati da fare con la solidarietà. Però questo non è ancora sufficiente».
Venezia è stata flagellata da un’alluvione simile a quella del 1966 e il patriarca Moraglia ha chiesto di completare il Mose perché i mosaici della Basilica di san Marco sono stati danneggiati dall’acqua. «Il Mose non è una telenovela è la trincea di un patrimonio inestimabile dell’umanità: per me deve essere completato senza indugio. Vorrei che si capisse che il nostro territorio è sotto un grave scacco e che se, come temo, i cambiamenti climatici si propongono come un fenomeno ricorrente, la risposta deve essere straordinaria e strutturale insieme. Se sono a rischio i mosaici di San Marco è a rischio la magia di Venezia il suo essere calamita di turismo e volano dell’economia italiana».
A.V.