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La veneta Sara Pinna (di origine sarda) risponde da razzista al baby tifoso del Cosenza. Il papà: “Ignorante”

“Alla gentilissima Sara Pinna”. Inizia così la lettera del papà del bimbo che la scorsa settimana, esultando dopo la partita che ha segnato la retrocessione del Vicenza e la salvezza del Cosenza, durante un collegamento della rete veneta Tva Notizie, si è sentito replicare al suo “Lupi si nasce” con una risposta piccata dalla conduttrice della tv locale. “E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in pianura a cercare qualche lavoro…”, la replica di Sara Pinna al bimbo tra le risate dell’inviato Andrea Ceroni – “Non male Sara”, il commento in diretta – che poco prima aveva lasciato spazio al piccolo tifoso calabrese tenuto in braccio dal papà.

La lettera

“Sono il papà di Domenico – scrive l’uomo -, il bambino che nel post partita Cosenza-Vicenza esultando per la vittoria della sua squadra ha detto “lupi si nasce” sotto consiglio del papà e con non poco orgoglio. Con la sua risposta, cito Sue parole “eh ma gatti si diventa sai? Intanto prima o poi venite in pianura a cercare lavoro” Lei ha dimostrato di essere anzitutto poco sportiva oltre che ignorante e con non pochi pregiudizi. Prima di parlare è necessario pensare bene a cosa si dice perché lei non sa cara Sara Pinna, che Domenico è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra e che certamente con non poca fatica dimostrano quotidianamente di voler contribuire per migliorarla e supportarla nel pieno delle proprie possibilità. Lei con la sua qualifica da Giornalista dovrebbe ben sapere e dimostrare a coloro i quali si rivolge cosa sono etica e morale. Due qualità a lei sconosciute a quanto pare”. “In ogni caso – continua la lettera -, qualora nella propria terra mancasse lavoro non ci sarebbe comunque da vergognarsi a cercarlo altrove. Dovrebbe saperlo, perché la storia lo insegna se lei avesse avuto modo di studiarla, che la Padania deve tanto ai meridionali e a molti di loro deve il suo sviluppo dal punto di vista lavorativo. La invito, senza rancore, a visitare la Calabria così che possa anche lei capire che terra meravigliosa è e quanta bella gente la abita, noi a differenza Sua, detestiamo i pregiudizi e il razzismo proprio non ci appartiene. Nascere lupi – conclude il papà del piccolo tifoso – vuol dire amare i colori della propria squadra e supportarla in tutto e per tutto. Nessuno invece nasce ignorante, alcuni ahimè decidono di diventarlo. Vorrei ricredermi e sperare che non sia il suo caso”.

L’emittente non prende provvedimenti e arrivano le scuse (ma su facebook)

“Ribadisco le mie scuse al bambino, alla sua famiglia, ai tifosi del Cosenza e a tutti coloro che si sono sentiti offesi per una frase sbagliata che non rispecchia in alcun modo il mio pensiero e la mia sensibilità – dichiara Sara Pinna su facebook – io stessa sono di origini sarde, in Veneto per lavoro dei miei genitori, quindi non vi erano in me le intenzioni maligne che mi vengono attribuite dai numerosi commenti sui canali social, molti dei quali hanno oltrepassato ogni limite di decenza e di legge, ma di questo si occuperà nelle sedi opportune la magistratura”. Le parole finite nell’occhio del ciclone sono state pronunciate durante il “Terzo tempo” di una partita meritatamente vinta sul campo dal Cosenza, a cui vanno i complimenti e gli auguri per un altro campionato ricco di soddisfazioni e successi da tutto il team di Diretta Biancorossa, trasmissione sportiva di punta di TvA Vicenza, regina degli ascolti e punto di riferimento per il tifo biancorosso. Dopo un confronto interno, i vertici di Videomedia hanno accolto le scuse e hanno confermato la fiducia nella professionalità di Sara Pinna.

“Lettera obbligata? Mai!”

Con una lettera scritta e pubblicata dal gruppo meridionalista «Movimento 24 agosto», Michele Vetere ha risposto per le rime, accusando la conduttrice di aver dato corpo ad antichi pregiudizi contro il Sud, quindi di mancanza di sportività. Sara Pinna, famiglia sarda, nonno paterno di Taranto, ha raccontato le proprie scuse a Vetere, cercato e trovato al telefono, subito dopo la pubblicazione della lettera. Pinna ha anche aggiunto, attribuendola a Vetere stesso, l’idea che la lettera fosse stata «un po’ obbligata». Il padre del piccolo tifoso conferma telefonata e toni amichevoli ma sull’ultimo punto pianta un secco «non ci sto»: nessun obbligo, anzi.

Ceroni si arrampica sugli specchi

«Sara era sotto forte stress emotivo per la diretta». Così Andrea Ceroni, il giornalista sportivo inviato dell’emittente veneta Tva, commenta le polemiche scaturite dalla frase a sfondo razzista rivolta in diretta dalla conduttrice Sara Pinna a un piccolo tifoso del Cosenza. Il bambino, esultando dopo la vittoria della sua squadra contro il Vicenza, ha detto: «Lupi si nasce». Pronta la risposta di Pinna: «E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro». Oltre all’indignazione generale per le frasi pronunciate dalla giornalista, le polemiche si sono accese per l’incapacità dell’inviato e degli ospiti di reagire. Nel caso di Ceroni, l’accusa è anche di essersi complimentato con la collega per le parole appena pronunciate. Raggiunto al telefono da Open, il giornalista parla di un fraintendimento: «È vero, ho risposto “non male Sara” con il pollice all’insù e ho fatto una risatina, ma la mia reazione era alla battuta dei gatti e non a quello che è stato detto dopo». «Ho risposto “non male” perché quella dei gatti mi era sembrata una battuta divertente, utile a stemperare la tensione di un momento molto delicato per noi, la nostra squadra era retrocessa», commenta Ceroni. «Il mio collegamento ha funzionato solo fino a quel momento». Quelle parole a sfondo razzista sui calabresi «che vanno a chiedere lavoro in Pianura» Ceroni sostiene di non averle sentite. E a chi stenta a credere di un collegamento che proprio nel momento clou smette di non funzionare dice: «Chi lavora in televisione queste cose le sa e sto cercando di spiegarlo a chi mi attacca sui social: sono stato sfortunato perché il segnale audio da Cosenza fino a Vicenza è arrivato con qualche secondo di ritardo. La mia risposta è arrivata in coincidenza con la battuta sul lavoro al Nord, ma a me quelle parole non sono mai giunte». «Ho scoperto che era scoppiato un caso solo tre giorni dopo la diretta perché ero andato in vacanza in Belgio. Sono parole che non condivido, e che non fanno parte assolutamente di me. Dico anche però che bisogna considerare il contesto», continua il giornalista. «In quel momento la nostra squadra era retrocessa, venivamo presi in giro dall’altra squadra. A Sara è uscita quella cosa lì, sicuramente sgradevole. Ma se avessimo perso contro una squadra genovese magari avrebbe detto “e voi pensate a quanto tirchi siete”. Non c’era un intento razzista, di questo sono sicuro». L’inviato prosegue: «Io come Sara sono sempre in onda, quando sei in diretta per due ore hai uno stress emotivo importante. Si esce molto provati anche perché è un tempo che devi riempire in tutte le sue parti, non puoi lasciare un minuto cadere nel silenzio. Va da sé che non hai sempre tempo di chiederti quale sia la cosa più giusta da dire. Non giustifico quanto Sara ha detto, ma bisogna contestualizzare». Alla domanda su cosa avrebbe detto se il collegamento (che lui dichiara non funzionante) non si fosse interrotto, Ceroni preferisce rimanere sul vago: «La frase era sbagliata, non l’avrei sicuramente approvata. Ma sarebbe molto facile dire che l’avrei condannata immediatamente, perché mi rendo conto che quella in diretta era una situazione molto difficile. Non voglio prendere le distanze da una collega che conosco da tanti anni». L’inviato continua riconoscendo un errore di sottovalutazione: «La rete ci ha messo un po’ prima di uscire con il comunicato di scuse, ma gestire un’emittente televisiva non è facile. Forse abbiamo sottovalutato un po’ il problema all’inizio». Il giornalista racconta dei numerosi attacchi arrivati nelle ultime ore dai social e dalle lettere che gli stessi vicentini hanno inviato all’emittente televisiva. «Ci sono arrivati insulti e cattiverie – dice -. Ma al di fuori di Vicenza non mi conoscono, non sanno quanto io sia sempre attento alle parole. Sono finito in una coincidenza sfortunata». E riferendosi alle critiche che arrivano dal Sud replica: «A chi mi dice “vergognati, l’estate però vieni a farti le vacanze al Sud” rispondo che io ci vengo al Sud perché mi son sempre trovato benissimo. Ci sono luoghi e persone bellissime, dalla Puglia alla Sicilia alla Campania. Quest’estate, perché no, andrò in Calabria».

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