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Gelmini: «Autonomia, testo pronto per il Cdm»

Domani comincia luglio, il mese che era stato indicato come decisivo per la legge-quadro sull’autonomia differenziata. Un impegno temporale a cui il ministro Mariastella Gelmini vuole tenere fede, a giudicare dalle parole pronunciate ieri a Montecitorio in merito al testo: «È pronto ed è mio intendimento portarlo quanto prima all’esame del Consiglio dei ministri». L’annuncio è arrivato durante il question time, in risposta a due interrogazioni di segno opposto.

Domande

Da un lato c’era la domanda della Lega, con primo firmatario il commissario veneto Alberto Stefani, che chiedeva alla titolare degli Affari regionali se non ritenesse «opportuno presentarlo quanto prima alle Camere per la discussione». Dall’altro c’era invece la perplessità di Leu, a cominciare dal deputato campano Federico Conte, secondo cui invece la riforma «aumenta divari e disuguaglianze tra Nord e Sud, tra centro e periferia, tra ricchi e poveri».

Accellerazione

L’azzurra Gelmini ha confermato l’accelerazione in corso: «Il disegno di legge è oggetto di ulteriori limature, aperto a modifiche migliorative, ma comunque maturo per la discussione in Consiglio dei Ministri che dovrà valutarlo nel suo complesso, anche alla luce dell’attuazione del federalismo fiscale, quale riforma abilitante del Pnrr da realizzare entro il 2026». Oltre a ricordare che la richiesta avanzata da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è condivisa anche da Piemonte, Liguria e Toscana, per cui giunge «da territori che rappresentano circa la metà della popolazione italiana», l’esponente di Forza Italia ha anche ribadito che «il rilancio del Mezzogiorno è al centro delle politiche del Governo e non può esistere autonomia senza questo obiettivo». Quindi la rassicurazione: «L’autonomia differenziata così intesa non attribuisce infatti alle Regioni richiedenti risorse maggiori rispetto a quelle di cui attualmente dispongono; né toglie alcunché alle Regioni che non si avvalgono di questa possibilità. Ha piuttosto l’obiettivo di responsabilizzare le classi dirigenti regionali, le quali, chiedendo più autonomia, raccolgono la sfida di poter esercitare, in condizioni di maggiore efficienza ed economicità, funzioni oggi svolte dallo Stato».

Chiavi di lettura

Sottolineature che si sono prestate a letture differenti. Ha detto Stefani a nome della Lega: «L’autonomia è fondamentale per l’agenda politica. Una sfida per la quale attueremo tutte le azioni parlamentari possibili, per vedere chi difenderà la propria terra a viso aperto e chi, invece, sarà nemico dell’autonomia». Invece Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, esponenti di Leu, hanno chiesto che «si fermi la macchina», perché altrimenti il rischio è che «per inerzia» si facciano «scelte che poi paghiamo duramente», arrivando a costruire un modello di «cittadinanza differenziata».

Zaia e Villanova

Timori assurdi secondo il governatore veneto Luca Zaia: «Ci sembra veramente fuori luogo e fuori dalla storia immaginare che ci siano ancora persone convinte che l’applicazione di alcuni articoli della Costituzione sia un atto di assoluta pericolosità, a differenza di altri articoli della Carta».A ruota Alberto Villanova, capogruppo degli zaian-leghisti in Consiglio regionale: «Spero vivamente che presto il Governo adotti la legge quadro con un testo finale che abbia come primario obiettivo l’espressione delle istanze che la Regione del Veneto aveva presentato».

Martella

Intanto il segretario dem Andrea Martella rivendica il percorso delineato dal ministro Gelmini: «Si muove nella direzione indicata dal Partito Democratico del Veneto e cioè quella di un’autonomia possibile, cooperativa, che sia davvero utile ai cittadini. Ora l’autonomia differenziata, con il contributo di tutti, è a portata di mano. Ci vogliono realismo, responsabilità e, allo stesso tempo, senso dello Stato. Zaia farebbe bene ad abbandonare la retorica bulimica delle ventitré materie e quella del residuo fiscale e invece concentrarsi sulla nostra proposta di sette materie funzionali alle esigenze di crescita e rafforzamento della struttura produttiva, della formazione e del lavoro in Veneto».

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