Scontro tra scienziati
Da una parte il virologo Rigoli che ha presentato uno studio in cui sostiene che il Coronavirus abbia perso forza. Dall’altro il super esperto Andrea Crisanti: “Sono solo chiacchiere, il virus c’è e tornerà”. Lo scontro è iniziato.Che insieme abbiano salvato il Veneto dal disastro Coronavirus è un dato di fatto. Uno quale coordinatore dei 14 laboratori di Microbiologia della Regione Veneto (Roberto Rigoli), l’altro come alfiere della politica dei tamponi eseguiti in maniera capillare, nonché padre dello studio su Vo’ e sulla capacità infettante degli asintomatici (Andrea Crisanti).
Scontro tra virologi
Ora che in Veneto la tempesta sembra passata, che gli studi vanno avanti, dal “tutti insieme contro il nemico” Covid, siamo passati a “l’un contro l’altro armati” (di studi e ricerche). E lo scontro è fra titani della Microbiologia. Il casus belli è lo studio presentato da Rigoli con il placet della Regione Veneto sulla situazione della virulenza del Coronavirus in Veneto. “Si sta spegnendo”, ha detto Rigoli senza mezzi termini. Per corroborare la sua tesi ha messo sul piatto 60 mila tamponi: ci ha guardato dentro e ha visto che la carica infettante è pochina. Il mostro Covid sembra essersi rabbonito. Mutazione genetica? “Può essere”, dice Rigoli.
Crisanti risponde
Apriti cielo. Crisanti ha definito questo studio “chiacchiere”. Che non ci sia nulla di personale nello scontro è dato dal precedente. Quando Zangrillo disse che “il Covid non esiste più”, il virologo Crisanti diciamo che non gliele mandò a dire. “Se il professor Zangrillo fosse andato a Vo’ nella prima settimana di gennaio e avesse visto le persone che magari erano positive al virus avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. Poi si è visto quello che ha fatto”, le durissime parole di Crisanti.
Lo studio di Rigoli
«Oggi vediamo le cose molto più in positivo, e c’è un segnale che il virus si sta spegnendo». Così ha esordito Roberto Rigoli, coordinatore dei laboratori veneti, illustrando i risultati preliminari dell’analisi su 60 mila tamponi Coronavirus eseguiti in Veneto dall’inizio di giugno, condotta da quattro laboratori sui 14 in regione. «Dei 60 mila tamponi – ha aggiunto – 210 sono positivi, in mezzo ci sono anche alcuni ripositivizzati, di questi 199 sono non infettanti quasi certamente, e solo 11 positivi infettanti come a inizio epidemia»