Riso rosso fermentato, SiNut: per ora nessuna novità normativa
Rubrica a cura di Lucio Zanetti
Nessuna novità legislativa per la commercializzazione di prodotti a base di riso rosso fermentato, come ci spiega Arrigo Cicero, Presidente della Società Italiana di Nutraceutica. «Il riso rosso fermentato, titolato in monacolina k è stato recentemente oggetto di una rivalutazione da parte del comitato scientifico dell’Efsa per quanto riguarda la sicurezza d’impiego del prodotto» afferma Cicero.
«Il relativo documento ha posto qualche dubbio sulla sicurezza, basandosi su singoli casi clinici, che dimostravano una ridotta tollerabilità muscolare dei prodotti a base di riso rosso fermentato». Sulla base di questo si è sollevato il timore di possibili evoluzioni legislative che possano portare un domani alla riduzione dei dosaggi usati negli integratori o alla non utilizzabilità del principio, «timori a oggi puramente teorici, perché il documento dell’Efsa è tecnico e pone solo un dubbio, non c’è stato nessun documento a valenza legislativa» precisa Cicero.
Il riso rosso fermentato è il prodotto della fermentazione del riso a opera del lievito Monascus purpureus. «Tale fermentazione produce la Monacolina K, una statina naturale che ha un meccanismo d’azione identico a quello della lovastatina, che riduce la sintesi del colesterolo a livello epatico bloccando l’enzima chiave deputato alla sintesi del colesterolo.» spiega Cicero «L’effetto determinato è transitorio, perché il fegato produce meno colesterolo Ldl e quindi si trova meno colesterolo nel sangue. L’entità della riduzione della colesterolemia è in qualche modo proporzionale al dosaggio impiegato di monacolina K, che si attesta attorno ad una media attorno al 15%, entro 4 settimane di trattamento. Alla sospensione del trattamento l’effetto è reversibile, pertanto i livelli di colesterolo ritornano quelli basali».
Per questo motivo, quando si fanno le analisi di controllo per valutare l’efficacia del trattamento con monacolina K è necessario farli in corso di somministrazione e non dopo qualche giorno dalla fine della cura. Ricordiamo che l’Efsa nel 2013 ha autorizzato il claim secondo cui la monacolina K presente nel riso rosso fermentato contribuisce al mantenimento di livelli ematici di colesterolo nella norma. Tale claim può però essere utilizzato solo nel caso di prodotti che forniscono un apporto giornaliero di monacolina K da riso rosso fermentato pari a 10 mg.
In Italia c’è stato anche un altro fraintendimento relativo alla pubblicazione della nuova lista cosiddetta Belfrit (Decreto 10.08.18 del Ministero della salute, concernente la ‘Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali’), nella quale non è presente né il riso rosso, né il Monascus purpureus, sottolinea il presidente di SiNut, «entrambi non sono nell’elenco e non ci sono mai stati, perché non sono piante medicinali. Il riso è Oyza sativa, cioè un alimento sottoposto a fermentazione, e dunque per definizione non rientra nelle piante medicinali, mentre il Monascus sarebbe assimilabile ad un probiotico». Quindi, conclude Cicero «al momento tutto resta come è adesso, fino a nuova disposizione».
Lucio Zanetti