Le parole per dirlo
“In un senso più ampio, per parola si deve intendere ogni autonoma manifestazione della nostra coscienza verso l’esterno, nella misura in cui noi consideriamo come meta di una tale manifestazione non le energie calcolabili esternamente come energie fisiche, occulte, e non solo, ma il senso che attraverso di esse entra nel mondo trans-oggettivo.” Pavel Aleksandrovic Florenskij. Da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di comunicare. In un tempo nel quale non aveva ancora la scrittura, le parole diventavano per l’essere umano, l’unico mezzo che gli avrebbe consentito di condividere quella conoscenza che aveva come scopo principale la sopravvivenza.
Parole e sopravvivenza
Ma l’uomo non aveva a cuore una conoscenza finalizzata esclusivamente alla sua sopravvivenza. Infatti la sua incessante attività di scoperta lo portava a forme di conoscenza derivanti della sua riflessione sul mondo che anelava condividere con i suoi simili. Anche quando tale sapere si avvalse del favore della scrittura, non di meno le parole non smisero di occupare un posto importante nelle sue relazioni.
L’importanza delle parole
Egli, infatti, non cessò di sperimentare la parola e gli effetti che questa aveva sugli altri esseri umani e ne fece, quindi, il tramite principale per comunicare le sue emozioni. Provò a dare ad esse un nome e a condividere attraverso il linguaggio, appunto, la stupefacente esperienza del proprio mondo interiore. In seguito la parola rimase sua fedele compagna apportando, in piena autonomia, un suo sostanziale contributo al procedere instancabile dell’umanità delineandosi come strumento in grado di crescere ed articolarsi specializzandosi là dove era necessario.
Il potere delle parole
Proprio grazie alla profonda importanza che essa ha rivestito per il genere umano, l’uomo, ha potuto riconoscere alla parola un potere ed un senso al di là della sua struttura semantica “ Non esiste popolo primitivo che non abbia visto nella parola e nel nome una reale possibilità di intervenire nel mondo, anche se in modo misterioso ed occulto. Nelle parole dello sciamano il nome porta con sé la presenza reale di ciò che viene pronunciato, fa essere ciò che viene nominato.” Florenskij
Le parole oggi
Ma la sua importanza, dimostrata e sperimentata da tutti gli uomini, oggi pare aver perso tutta la sua potente carica evocativa, o meglio, non è la parola ad aver perso potere e magia ma è piuttosto l’uomo che non riesce a riconoscerle la valenza trasformativa. Oggi la parola ha perso gran parte della sua forza espressiva. Essa infatti viene considerata alla stregua di una traccia sonora un segnale collegato esternamente al concetto.
Usiamo le parole senza mai soffermarci sul loro intrinseco valore e riflettere sul loro significato, le usiamo come usiamo un utensile oppure un’auto, come se la parola servisse solo a condurci da un posto all’altro e non fosse la potenza energetica attraverso la quale agiamo sul mondo modificandolo.
L’uso improprio
“Sono solo parole” si sente dire, come a significare che le parole non hanno alcun valore intrinseco, un puro flatus vocis. E’ da queste premesse che si insinua l’abitudine, prima linguistica e poi culturale, di sottovalutare la parola. Florenskij riassume così il concetto di parola “ La parola è energia umana: sia quella del genere umano, sia quella della singola persona, è l’energia dell’umanità che si rivela attraverso la persona. Ma, in senso proprio, non possiamo considerare questa energia come oggetto della parola, o come suo contenuto. Nella sua attività conoscitiva la parola guida lo spirito al di là dei confini della soggettività e lo mette in contatto con il mondo che si trova oltre i nostri stati psichici.”
Le parole come ponte
Quindi la parola ,come ponte che mette in comunicazione l’energia interiore con il deposito di significati contenuto nei singoli vocaboli, supera la barriera eretta tra soggetto e oggetto. Parola come mediazione, in cui l’uomo non è il soggetto del linguaggio perchè in essa è l’universale a parlare, è l’umanità stessa a esprimersi, il singolo individuo non è che lo strumento di questo linguaggio ancestrale comune a tutti gli uomini.
Il concetto delle parole
S.N.Bulgakov e A.Losev chiariscono questo concetto: “L’uomo non possiede la parola come un suo tesoro, ma la trova come un dono. Il suo compito è coltivarla, portarla a maturazione, incrementando attraverso la propria energia il deposito da sempre esistente nei termini”. “Detto altrimenti: attraverso la parola la vita viene trasformata e assimilata allo spirito. O ancora: la parola è magica ed è mistica. Considerare l’aspetto magico della parola significa comprendere come e perché noi possiamo agire nel mondo tramite la parola.” Florenskij.
La profondità dell’animo
Allora se la parola è in grado di mediare quanto di più intimo e profondo ci abita, se essa produce, al di là di ogni nostra consapevolezza, effetti duraturi di trasformazione su noi e gli altri, se può essere usata per guarire l’anima e il corpo e se anche la magia è possibile solo grazie ad essa, proviamo a ricondurre a noi un uso della parola più consapevole ed edificante.
Se, come spesso accade, ci capita di non sapere cosa dire, proviamo a non usare parole vuote di senso e frasi fatte, ma impariamo a praticare il silenzio. Evitiamo di ricorrere all’uso di parole logore ed ovvie o all’abitudine di frasi convenzionali, ripetitive e banali, svuotate di ogni possibilità di comunicare realmente qualcosa. Se, invece, parliamo, allora dobbiamo sapere che ogni nome o definizione resta come segno tangibile sull’anima dell’altro. Coloro che comprendono il potere che la parola ha di intervenire sulla realtà, la usano con parsimonia e la scelgono con cura.
La consapevolezza delle parole
Non c’è bisogno di diventare guaritori, ma di riconoscere che l’arte della parola si radica nei più preziosi sforzi della conoscenza. Bisogna, quindi, assumere una diversa consapevolezza comunicativa. L’uso più consapevole della parola può condurci a scegliere la parola che “nutre” piuttosto che quella che giudica e definisce, perché consci che il giudizio e la definizione comportano il coinvolgimento psicologico del destinatario, compromettendone le potenzialità, a maggiore ragione, ad esempio, se si parla a dei bambini. Se ad un bambino diremo che lui non sarà mai capace di disegnare, o lo riterremo negato per il disegno, oltre a dimostrare ignoranza per le effettive potenzialità che può avere un bambino, avremo prodotto anche una importante modificazione della sua realtà psichica.
Conclusioni
“La parola è un condensatore delle volontà, un condensatore dell’attenzione, un condensatore dell’intera vita dell’anima. Essa addensa la vita nello stesso modo in cui una spugna di platino addensa l’ossigeno nei suoi pori, provocando sull’idrogeno quell’effetto straordinario. Allo stesso modo agisce la parola. Con maggiore forza, prima, sulla vita dell’anima in colui che la pronuncia, e poi, quale effetto, sull’oggetto a cui la parola pronunciata è indirizzata.”Florenskij
Antonia Murgo. Psicologa psicoterapeuta, esercita la libera professione presso il suo studio di Padova da più di vent’anni. E’ specializzata in psicosomatica, disturbi dell’alimentazione, terapia di coppia ed esperta delle problematiche adolescenziali. E’ spesso relatrice di convegni e conferenze sul tema, ed è stata docente e ricercatrice presso varie scuole europee.