Il virologo contro Zaia
Crisanti al veleno su Zaia: «Il suo virologo di fiducia dice che il virus non c’è più… Ordinanze? Servono i tamponi». Il virologo ormai in rottura con i vertici regionali del veneto, lancia un paio di frecciatine a Zaia ora alle prese con un ritorno del virus.
Il virologo sulle restrizioni
È caustico il commento del virologo all’annuncio del presidente del Veneto Luca Zaia su nuove restrizioni a partire da lunedì. Davanti al nuovo focolaio di Vicenza, il docente dell’Università di Padova ha detto: «Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l’altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?».
Nella conferenza stampa Zaia ha duramente criticato il ritorno di comportamenti sbagliati per il contenimento dei contagi, a cominciare dagli assembramenti sempre più frequenti. Ma il presidente si è scagliato anche contro chi si rifiuta di sottoporsi ai tamponi, per i quali ha detto che «ci vorrebbe il Tso». Salvo poi ritrattare tutto.
La vera soluzione
Ma per il virologo Crisanti più che il pugno duro, ci vorrebbe l’applicazione delle regole che già ci sono: «Ci sono disposizioni ministeriali per chi disattende le misure di quarantena. Zaia dice che non basta la multa di mille euro? Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe». Contro il nuovo focolaio e la minaccia che altri possano nascere, Crisanti ribadisce la bontà del metodo che finora ha evitato al Veneto scenari peggiori: «Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l’abbiamo: fare il tampone a tutti i contatti, amici, parenti e controllare gli asintomaci».