… riconoscimento… niente è scontato
Niente è scontato. Nessuno è scontato.
Il riconoscimento è parte fondamentale di qualsiasi relazione, sia essa professionale o personale.
Riconoscimento vuol dire vedere.
È mettere in evidenza l’esistenza di ciò che è, è stato, è stato fatto e si fa. È dare luce alla persona, a quello che è e rappresenta e al suo operato.
Riconoscimento: perché niente è dovuto e non si deve niente da nessuno.
A volte ci attendiamo qualcosa da qualcuno e qualcuno si aspetta qualcosa da noi.
Riconoscimento come aspettativa?
Ma l’aspettativa è un desiderio e, come tale, è interno alla persona. Se non dichiarata, l’aspettativa può essere disattesa.
Le persone spesso non fanno ciò che noi ci aspettiamo.
Le persone possono comportarsi come noi esplicitamente
chiediamo, se lo vogliono.
Perché alla richiesta può seguire un rifiuto.
Appunto perché nulla è scontato e dovuto.
Controlliamo noi stessi (e non sempre).
Non controlliamo gli altri (anche se lo desideriamo e, a
volte, pensiamo di poterlo fare).
La volontà di controllo sull’altro è limitazione dell’altrui
libertà.
Magari non è una volontà consapevole. Di fatto il volere
agire sull’altro presuppone il pensare di averne il controllo e l’esserne, in
qualche modo, superiore.
Quando lo si fa, ci si arroga un diritto che non si ha.
Si ha l’arroganza della superiorità.
Nella vita è bene volare bassi.
L’altitudine può dare alla testa.
Ci si dimentica quanto diceva anche Camilleri: “più in alto
si sale più si mostra il culo” (la parte riconosciuta come meno nobile per
l’essere umano, seppur di comprovata funzionalità).
E nel voler salire in alto ci si può trovare di colpo seduti
a terra a osservare il mondo da un’altra prospettiva.
Ci si accorge che niente e nessuno è scontato. Si rammenta che niente (e nessuno) è dovuto.
Il riconoscimento è parte fondamentale di relazioni sane, stabili e durature.
di Alessandra Marconato, Direttore Responsabile di 78PAGINE.78srl.it/78pagine