Sanità: project sempre più costosi
Riflettori accesi su tutti i project financing della sanità veneta con l’avvio del monitoraggio «finalizzato a valutarne l’impatto sui costi e la relativa capacità di finanziamento». Ma anche risparmi sulla spesa per i farmaci e sugli investimenti. Lo annuncia la delibera con la quale la giunta regionale ha preso atto dei bilanci preventivi annuali delle aziende sanitarie venete riferiti al 2018. Considerati nel loro complesso, costituiscono un maxi bilancio del valore di 9 miliardi di euro, con una perdita di esercizio di 334 milioni in riduzione del 13% rispetto a quella del III trimestre 2017.
A contribuire al suo ridimensionamento è l’utile dell’Azienda Zero pari a 195 milioni; senza di esso il rosso delle Usl risulterebbe pari a 529 milioni. I documenti contabili, va sottolineato, non sono stati ancora approvati: la giunta ha incaricato il direttore della sanità veneta Domenico Mantoan di elaborare prima le disposizioni di programmazione e indirizzo. Ma ecco le voci di costo più significative su cui la giunta regionale si sofferma. I project. Tra i costi in aumento rispetto allo scorso anno figurano quelli relativi al “godimento di beni di terzi” per 4,2 milioni di euro. Si tratta perlopiù dei project sui quali la legge regionale 19/2016 aveva attribuito l’incarico di monitoraggio all’Azienda Zero. Controlli che, stabilisce ora la delibera, scatteranno da quest’anno.
La finanza di progetto a cui si ricorse massicciamente in epoca Galan, non è mai piaciuta al governatore Luca Zaia per l’alto rischio di lievitazione dei costi, tanto da indurlo a stralciare il piano dei privati per l’ospedale di Padova e a cercare forme alternative di finanziamento. Per l’anno in corso, dunque, è prevista una crescita di costi attribuita quasi interamente all’Usl 2 Marca trevigiana «per l’attivazione del servizio di lavanolo già prevista nel cronoprogramma a partire dallo scorso aprile e per l’incremento del costo di canone di concessione per il distretto di Asolo». La spesa complessiva all’Usl 2 per tale voce è di 68 milioni contro i 18,3 milioni dell’Usl 6 che ha costruito col project l’ospedale di Schiavonia, i 10, 8 milioni di euro dell’Usl 3 relativi all’ospedale All’Angelo di Mestre, i 16,4 del Santorso di Vicenza, gli 11 milioni dell’Azienda Universitaria di Verona. Nel 2018, dunque, i project costeranno alla sanità veneta 146 milioni di euro.
«Deriva dalla legge regionale 19 l’emendamento per il controllo dei project», spiega l’assessore alla Sanità Luca Coletto che ha firmato la delibera sull’acquisizione dei bilanci preventivi, «L’obiettivo è quello di un controllo stringente che abbiamo affidato all’Azienda Zero. Si tratterà di capire se la resa dei progetti di finanza è positiva oppure se essi comportano soltanto costi». E in tal caso sono da rivedere. Investimenti. La voce di bilancio che vede un incremento maggiore di costo, pari a 73,3 milioni (pari al 44,5%), è quella dei contributi in conto esercizio per destinazione ad investimenti. «È in corso un apposito provvedimento di appostazione di tetto di spesa per investimenti quando finanziati con le risorse indistinte per l’erogazione dei Lea», sottolinea Coletto in delibera. In sostanza verranno previste soglie per gli investimenti realizzati con fondi sanitari. «La legge non consente di sforare», precisa ancora l’assessore.Acquisti di farmaci. La lievitazione è di 39 milioni di euro e anche in questo caso la giunta punta al risparmio: «Le voci di costi che hanno registrato gli incrementi più rilevanti dovranno conformarsi a quanto verrà stabilito dalla programmazione regionale, prevedendo variazioni più contenute e parametrizzate in base ai tetti definitivi per il 2018 che saranno posti tra gli obiettivi dei direttori generali», si legge in delibera. L’assessore precisa che lo sforamento riguarda il tetto posto per gli ospedali, mentre risulta rispettato quello territoriale; in ambito ospedaliero risultano caricati i farmaci ad alto costo tra cui quelli oncologici (sui quali, precisa Coletto, non ci saranno tetti).
La medicina di base. Un incremento di costi di 7,3 milioni di euro è legato all’attivazione di alcune Medicine di gruppo integrate, già autorizzate dalla Regione. Il problema del contenimento della spesa in tal caso è risolto a monte in quanto sono state bloccate – si legge – ulteriori attivazioni di super ambulatori. E questo in linea col Tavolo di monitoraggio degli adempimenti regionali che contestava appunto la spesa per le aggregazioni nell’ambito della medicina di base (rilievo ripreso anche dalla Corte dei Conti nel suo report sulla sanità italiana presentato al Parlamento). Personale. Per l’organico la sanità spenderà nell’anno in corso 23 milioni in più rispetto al terzo trimestre 2017. Una cifra che però dovrebbe essere ritoccata al ribasso anche perché non sono stati considerati i minori costi legati alla mobilità volontaria dalle Usl all’Azienda Zero.
A.R.