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In 900 per un posto da ostetrica

In novecento alla Kioene Arena di via San Marco per il concorso pubblico indetto dall’Azienda ospedaliera di Padova per l’assunzione, a tempo indeterminato e pieno, di un’ostetrica. Gli iscritti al concorso erano molti di più, quasi 1400, ma come avviene normalmente in questi casi una parte dei candidati non si è presentata. I novecento giovani – tutte ragazze e due soli ragazzi – alle 9 puntuali erano all’entrata del palazzetto. Divisi in gruppi, per ordine alfabetico, sono entrati intorno alle 10, quando hanno potuto cominciare la prova.

«Siamo abbastanza agitate e anche già un po’ stanche» dicono poco prima dell’inizio del concorso Erica, Francesca Filomena e Alessia, quattro amiche 25enni, arrivate da Novara. «Siamo partite da casa in auto alle 4. 30» raccontano le candidate, che nella loro città già lavorano ma che non appena si apre un bando per un posto a tempo indeterminato girano l’Italia a caccia di stabilità. «Speriamo almeno di entrare in graduatoria». Chiara, 23 anni, viene da più lontano, da San Lussurgiu, in provincia di Oristano: «Sono arrivata a Padova ieri in aereo e ho preso una stanza: mi sono laureata a dicembre e questo è il mio primo concorso. Non mi dispiacerebbe trasferirmi a Padova».

Anche Luisa, Chiara, Eleonora, Giovanna, 24enni, sono arrivate con un giorno di anticipo, da Pisa: «Abbiamo preso il treno tutte insieme». Annalisa, 28 anni, è una veterane dei concorsi. Ne ha già provati diversi ma non perde la speranza di esercitare la sua professione nel pubblico e soprattutto di avere finalmente un contratto a tempo indeterminato. «Sono originaria di Santa Maria di Leuca (Lecce) ma da un paio d’anni sto lavorando in Toscana, all’Isola d’Elba». Tra le tante ragazze è impossibile non notare le uniche due presenze maschili. Sono Francesco, 25 anni, arrivato da Catanzaro, e Lorenzo, 26 anni, di Pesaro. «Il parto mi ha sempre appassionato.

È un meccanismo fisiologico che ha dell’incredibile» dice Francesco, arrivato dalla Calabria in aereo, «forse è una passione che ho ereditato dalla mia bisnonna, che ho scoperto recentemente essere stata la levatrice del mio paese».Lorenzo, un po’ assonnato, racconta del suo viaggio per arrivare a Padova: «Sono partito da Pesaro ieri con il treno della notte. Sono sveglio dall’una. Ho fatto il cambio a Bologna, sono arrivato a Padova e ho preso l’autobus fino a qui. Alle otto ero davanti alla Kioene Arena, sono stato uno dei primi». Anche lui, come Francesco, sogna di fare il lavoro dell’ostetrico: «È stata una scelta che all’inizio sembrava strana anche a me, anche perché erano tutte donne al corso. Poi però trovandomi in sala parto ho provato una sensazione unica e ho capito che questa è la mia strada».

Giuliana Lucca

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